Terence Hill, non solo Don Matteo. Nato Mario Girotti, dagli anni sessanta prende il nome d'arte che lo renderà una star, al fianco di Mario Pedersoli alias Bud Spencer. Inutile dire, che la coppia è tra le più amate del cinema di genere italiano. Classe 1939, si trasferisce da bambino in Germania, tornando in Italia nel 1945. Il cinema? Un annuncio di giornale fa scattare la scintilla, venendo poi notato da Dino Risi per la prestanza fisica durante una gara di nuoto. Il primo film è infatti Vacanze col Gangster, uscito nel 1951. Lavora con Citto Maselli e Gillo Pontecorvo, ottenendo la prima parte da protagonista in Cersaella, al fianco di Claudia Mori. Gli Anni Sessanta sono all'insegna de Le meraviglie di Aladino di Mario Bava ed Henry Levin, ma Terence Hill appare in un piccolo ruolo ne Il Gattopardo, confrontandosi con Alain Delon, Claudia Cardinale, Burt Lancaster.
Sempre negli Anni Sessanta, torna in Germania Ovest per interpretare diversi film di genere, tra cui western. Nel 1967, l'incontro con Bud Spencer con Dio perdona... io no!. Gli Anni Settanta saranno all'insegna degli spaghetti-western: Lo chiamavano Trinità (1970) e il sequel ...continuavano a chiamarlo Trinità (1971), divenuto film culto. Eccolo poi in … più forte ragazzi! (1972) e il leggendario ...altrimenti ci arrabbiamo! (1974). Parallelamente, lo troviamo con Henry Fonda in Il mio nome è Nessuno, con le musiche di Ennio Morricone. Alla fine dei Settanta, i successi di I due superpiedi quasi piatti (1977) e Io sto con gli ippopotami (1979). Intanto, sperimenta Hollywood recitando con Gene Hackman ne La Bandera – Marcia o muori.
La carriera di Terence Hill si rinforza negli anni Ottanta, senza mai mollare l'amico Bud Spencer: Nati con la camicia nel 1982, Non c'è due senza quattro nel 1984 e Miami Supercops (I poliziotti dell'8ª strada) del 1985 di Bruno Corbucci. L'ultimo film insieme? È il 1994, ritrovando il genere western: parliamo di Botte di Natale, da lui diretto, non particolarmente apprezzato all'inizio, venendo poi rivalutato. Segnato da un terribile lutto, gli Anni Novanta è stato un decennio complicato per Terence Hill; solo nel 2000 inizierà una vera e propria seconda carriera, diventando il punto di riferimento Rai per la serie Don Matteo, indossando l'abito talare fino al 2022. Nel 2018, dirige Il mio nome è Thomas, emblematico lungometraggio che rintraccia tutto il meglio della sua carriera.
2010 Premio David speciale
2018 Regia, Sceneggiatura, Soggetto, Recitazione
2009 Recitazione
2006 Recitazione
1994 Regia, Recitazione
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