Nato a Tokyo nel 1947, Takeshi Kitano muove i suoi primi passi di attore negli anni Settanta al Francais, locale di striptease sito nel quartiere di Asakusa, dove lavora nella compagnia che interpreta gli sketch comici posti tra uno spettacolo e l'altro. Dopo aver lasciato il Francais, Kitano fonda insieme a Kiyoshi Kaneko il duo comico dei Two Beats, esponenti del teatro manzai (un genere comico-demenziale molto in voga in Giappone). Dopo un inizio incerto, la coppia ottiene un grande successo presso il pubblico locale, approdando anche alla TV giapponese.
Nel decennio successivo, Kitano (che in qualità di interprete si fa chiamare con lo pseudonimo "Beat" Takeshi), diventa uno dei più noti comici televisivi giapponesi, grazie a una serie di commedie in cui ha il ruolo di regista/attore e alla conduzione di molti show televisivi, tra cui anche il mitico Takeshi's Castle, divenuto di culto anche in Italia grazie alla trasmissione Mai dire Banzai della Gialappas Band.
Parallelamente, inizia la sua carriera cinematografica come attore, recitando in molti film, il più noto dei quali è il capolavoro Furyo di Nagisa Oshima (con Oshima, Kitano avrà ancora modo di lavorare nel 1999 nello straordinario Gohatto).
L'esordio alla regia arriva invece nel 1989 con il deflagrante e disturbante Violent Cop, poliziesco dalla struttura piuttosto classica, in cui tuttavia si nota già la particolare predisposizione dell'autore per gli anti-eroi unita a una vena malinconica atipica all'interno di una struttura di genere. Discorso proseguito in Boiling Point (1990), altro yakuza movie dai toni estremi e dai ritmi sospesi, in cui il regista interpreta un sadico gangster capace tuttavia di inaspettati momenti di umorismo buffonesco.
Nel 1991 è la volta de Il silenzio sul mare, primo film da lui diretto in cui non compare come attore, una delicata e poetica storia d'amore che ha per protagonisti due ragazzi sordomuti. Il ritorno ai film di yakuza (e alla recitazione nel ruolo di protagonista) è del 1993 con il capolavoro Sonatine, considerato dalla critica uno dei suoi film migliori, in cui la poetica anti-spettacolare e il costante rifiuto delle convenzioni di genere proprie dell'autore raggiungono forse il suo vertice espressivo.
Nell'anno successivo Kitano spiazza di nuovo pubblico e critica con la commedia demenziale Getting any?, tributo alle sue origini nel teatro comico. Durante le riprese del film, Kitano è vittima di un grave incidente stradale, al seguito del quale deve sottoporsi a un intervento di plastica facciale che trasformerà il suo volto in una sorta di maschera (maschera che tuttavia il regista/attore saprà sfruttare al meglio nei suoi ruoli successivi).
Il ritorno alla regia è datato 1996 con Kids return, dramma incentrato sulla delinquenza minorile, mentre l'anno successivo è quello della consacrazione internazionale: Hana-bi, ennesimo gangster movie esistenzialista e poetico in cui Kitano si riserva di nuovo il ruolo del protagonista, vince il Leone d'Oro al festival di Venezia, e impone definitivamente il suo autore all'attenzione del pubblico e della critica internazionali.
Nel 1999 si assiste a una nuova inversione di rotta con l'intimo e delicato sguardo sull'infanzia di L'estate di Kikujiro, in concorso al Festival di Cannes, commedia incentrata sull'amicizia tra un ragazzino e un gangster (di nuovo interpretato dal regista), in cui Kitano omaggia un classico come Il monello di Charlie Chaplin.
Nel 2000 Kitano approda per la prima volta negli Stati Uniti con l'irrisolto Brother, ancora un gangster movie, ambientato stavolta in terra americana e con protagonista uno yakuza sradicato che costituisce insieme al suo fratello statunitense una nuova banda criminale.
L'ennesima "svolta" è datata 2002, e si chiama Dolls: con questo nuovo film, considerato da molti uno dei vertici stilistici del regista, Kitano narra tre storie d'amore impossibili, inevitabilmente destinate a finire in tragedia. L'anno successivo il regista torna al cinema di genere (pur sempre "filtrato" attraverso la sua ottica) con Zatoichi, vincitore del Premio speciale per la regia al Festival di Venezia, in cui il genere "classico" nipponico per eccellenza, ovvero il chambara, viene omaggiato riprendendo la storia di un personaggio popolarissimo in Giappone. Il film mescola insieme tutti i diversi registri stilistici adottati dal regista nel suo cinema, ottenendo ancora una volta un grande successo di pubblico e critica.
Dopo avere ormai raggiunto una definitiva consacrazione internazionale, il Kitano Autore entra in crisi creativa, incapace di imprimere un nuova direzione al suo cinema. Ne esce fuori una sorta di surreale - e a tratti delirante - trilogia autoriflessiva, incentrata sul tema dell'ispirazione artistica. Si parte da Takeshis', presentato come film a sorpresa al Festival di Venezia del 2005, che rappresenta l'opera più dichiaratamente autobiografica e auto-citazionista dell'autore, quasi una sorta di demenziale 8 e mezzo in salda nipponica.
Segue due anni dopo l'assurdo e sconclusionato Glory to the Filmmaker!, ancora presentato a Venezia, in cui Kitano recupera la vena di follia che animava la sua comicità degli esordi.
La trilogia si conclude nel 2008 con Achille e la tartaruga (ennesimo passaggio veneziano), nel quale il regista interpreta un pittore decisamente sui generis, riflettendo nuovamente sul concetto di arte e sull'origine dell'ispirazione poetica.
Dopo questa parentesi interlocutoria (cui è da aggiungere anche la direzione dell'episodio One Fine Day all'interno del collettivo Chacun son cinéma), Takeshi Kitano torna nel 2010 al suo genere d'elezione, lo yakuza movie, con Outrage, in concorso al Festival di Cannes, nel quale riprende il ruolo dell'insubordinato gangster che ha contribuito a renderlo un icona. Nonostante l'opera non abbia convinto pienamente la critica, il regista è pronto a lavorare al seguito del film, Outrage 2.
Accanto alle regie, vanno ricordate le molte apparizioni di "Beat" Takeshi nei film diretti dai suoi colleghi: oltre ai già citati Furyo e Gohatto di Oshima, sono da ricordare la parte del sadico ma malinconico insegnante nel film-shock Battle Royale di Kinji Fukasaku e nel sequel Battle Royale II: Requiem del figlio Kenta Fukasaku; un piccolo cammeo nello statunitense cyberpunk Johnny Mnemonic; l'ironica apparizione nel ruolo di primo ministro nel violentissimo Izo diretto da Takashi Miike e quella nel grottesco disaster movie di Minoru Kawasaki The Monster X Strikes Back/Attack the G8 Summit, dove presta addirittura la voce a un mostro gigante.
2003 Premio Premio Speciale per la regia, Leone d'Argento per Zatoichi
1997 Premio Leone d'oro per Hana-bi
2003 Candidatura Film Non Europeo 2003 per Zatoichi
2017 Recitazione
2003 Recitazione, Regia, Montaggio, Sceneggiatura, Soggetto
2002 Regia, Montaggio, Sceneggiatura, Soggetto
1999 Recitazione
Un'ora, tanto basta a Broken Rage e Takeshi Kitano per travolgere la platea della Mostra di Venezia dove è passato fuori concorso. In attesa di approdare su Prime Video.
Le foto e il poster di Broken Rage ci forniscono un assaggio del 'doppio' film che verrà presentato alla Mostra di Venezia, una produzione Amazon Original.
Perché Battle Royale di Kinji Fukasaku è ancora il modo perfetto di raccontare il disagio giovanile ai giorni nostri.
In Furyo, classico del 1983 con David Bowie e Ryuichi Sakamoto, Nagisa Oshima metteva in scena vita, morte e rapporti di potere all'interno di un campo di prigionia giapponese.
La recensione di Kubi, il film di Takeshi Kitano ambientato nel Giappone dei samurai del 1500, presentato al Festival di Cannes 2023.