Nato a Leicester, nel cuore dell'Inghilterra, Stephen Frears è uno dei registi più provocatori della cinematografia british ma non solo. Diplomato al Gresham's School, s'iscrive alla facoltà di Giurisprudenza al Trinity College dell'Università di Cambridge, ma, dopo l'avvio alla pratica, con una collaborazione presso il Royal Court Theatre di Londra, lascia gli studi. Inizia poco dopo a lavorare come regista televisivo e nel 1972 arriva la sua prima grande occasione: l'esordio sul grande schermo con Gumshoe - Sequestro pericoloso, commedia noir con Albert Finney. Malgrado si lanci nel cinema, decide di non lasciare ancora la televisione per la quale si dedica con discreto successo alle serie Follyfoot e Play For Today. Torna al cinema nel 1979 con il film Bloody Kids, dramma dotato di un violento umorismo. Nel 1984 è la volta del terzo lungometraggio con Vendetta che gli assicura maggiore visibilità presso il pubblico e i primi segni di riconoscimento da parte della critica.
Il primo grande successo di Frears arriva l'anno seguente con My Beautiful Laundrette, la struggente storia di un rapporto omosessuale e interraziale ambientato in una lavanderia nella periferia di Londra, protagonista insieme ai protagonisti. L'opera segna la prima collaborazione con lo scrittore Hanif Kureishi, inglese di origine pakistana, dalla cui opera omonima è tratto il film. Nel 1999 il British Film Institute lo inserirà al 50° posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.
Nel 1987 Frears torna a contattare Kureishi, che sceglie come sceneggiatore del film Sammy e Rosie vanno a letto, altro film drammatico ambientato a Londra.
Il traino di My Beautiful Laundrette porta fortuna al regista, che viene chiamato un anno dopo a Hollywood per dirigere una produzione high budget: la trasposizione cinematografica del romanzo Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos. Il destino sembra però mettersi tra lui e il successo perché lo stesso anno anche Milos Forman realizza una pellicola tratta dallo stesso romanzo, Valmont. Il budget del fortunato Frears gli viene in aiuto permettendogli di avere nel suo cast le maestranze attoriali di John Malkovich, Glenn Close e Michelle Pfeiffer e la temibile "concorrenza" viene così sbaragliata.
Il trionfo del film made in USA permette al regista non solo di restare in America, ma di continuare sulla strada verso il successo: nel 1991 ottiene infatti la prima nomination agli Oscar come Migliore regista con Rischiose abitudini, neonoir prodotto da Martin Scorsese con Anjelica Huston e Annette Bening, che ricevono entrambe le candidature agli Academy Awards.
Seguono Eroe per caso, una commedia amara con protagonista assoluto Dustin Hoffman, Mary Reilly con Julia Roberts e John Malkovich, una rilettura al femminile della vicende di dottor Jekyll e mister, e Hi-Lo Country, un western sentimentale poco riuscito.
Un nuovo successo arriva nel 2000 con il film Alta fedeltà che permette a Stephen Frears di recuperare, seppure in "terra straniera" (a Chicago) le atmosfere british e lo humour delle prime pellicole. Tratto dal bestseller di Nick Hornby, Alta fedeltà rappresenta oggi una delle opere più riuscite dell'eclettico Frears, una riprova di come sappia interpolare la commedia sentimentale e la feroce critica sociale.
Il film successivo cambia completamente registro e segna il ritorno del regista alle sue radici britanniche: Piccoli affari sporchi, girato nel 2002 a Londra, è un thriller multietnico molto crudo che affronta un tema scottante come il contrabbando di organi umani e cattura l'interesse e il favore del grande pubblico, che gli attribuisce virtualmente il Leone d'Oro.
Nel 2005 Frears torna con Lady Henderson presenta, film basato su vicende realmente accadute e ambientato a Londra nel teatro Windmill nella zona di Soho, che rimase aperto nonostante i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. La fortuna del film, che si aggiudica il Golden Globe per il Miglior film commedia o musicale, il regista la deve soprattutto al magistrale duo Bob Hoskins e Judie Dench mentre gli affondi nella retorica e in un sentimentalismo da cui si era sempre tenuto distante ne decretano una riuscita minore rispetto alle opere precedenti.
L'anno successivo è il momento di una notevole riscossa con The Queen - La regina, produzione sofferta che incontra parecchi impedimenti da parte dell'establishment britannico ma che Frears porta a termine con caparbia determinazione. Il risultato è un biopic raffinato e dissacrante sulla regina Elisabetta II, seguita con stile quasi da reportage fino alla vicenda della morte di Lady Diana. Il film, che in origine era destinato alla televisione, viene presentato in anteprima a Venezia, dove la bravissima protagonista Helen Mirren si aggiudica una meritata Coppa Volpi, ottiene ben 6 candidature agli Oscar e una statuetta per l'interpretazione straordinaria della Mirren.
Nel 2009 Frears resta in Europa, ma aggiunge alla sua mappa Parigi, dove ambienta il dramma in costume Chéri, personaggio letterario di Colette. Il regista racconta ancora una storia femminile e sceglie nuovamente per la parte della protagonista, una cortigiana della belle epoque, Michelle Pfeiffer.
L'ultima fatica di Frears è un'opera che continua a mostrare la sua ecletticità: il regista si è stavolta confrontato con una graphic novel della quale ha diretto l'adattamento live-action. Il film, attualmente in post-produzione, si chiama Tamara Drewe (dalle omonime strisce di Posy Simmonds) e avrà per protagonista la bella attrice inglese Gemma Arterton.
2007 Candidatura Miglior regia per The Queen
1991 Candidatura Miglior regia per Rischiose Abitudini
2007 Candidatura Migliore regia per The Queen
2013 Premio Premio Nazareno Taddei per Philomena
2013 Premio Mouse d'oro per Philomena
2013 Premio Premio SIGNIS per Philomena
2013 Premio Premio Brian per Philomena
2013 Premio Premio Queer Lion per Philomena
2013 Premio Premio Vittorio Veneto Film Festival per Philomena
2013 Premio Interfilm Award for Promoting Interreligious Dialogue per Philomena
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