Giuseppe Avati, in arte "Pupi", fratello maggiore di Antonio Avati, sceneggiatore e produttore, nasce a Bologna il 3 Novembre 1938.
Dopo aver conseguito la laurea in Scienze Politiche all'Università di Bologna e avere tentato senza successo una carriera come clarinettista jazz, trova lavoro presso una società di prodotti surgelati, grazie al quale accumula i soldi necessari per finanziare il suo primo lavoro dietro la macchina da presa, intitolato Balsamus - Lo sguardo di Satana risalente al 1969: un horror di serie B stile splatter costato pochissimo e distribuito esclusivamente nei cinema locali, cui segue Thomas e gli indemoniati, anch'esso contraddistinto dal medesimo stile grottesco e artigianale.
Quattro anni dopo, nel 1974, dopo aver collaborato alla sceneggiatura del capolavoro di Pier Paolo Pasolini Salò e le 120 giornate di Sodoma, dirige la farsa grottesca La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, che si avvale dell'interpretazione di Ugo Tognazzi e Paolo Villaggio. Segue due anni dopo un piccolo cult, considerato il fondatore del "horror padano", l'inquietante La casa dalle finestre che ridono (1976), che fece invidia perfino al maestro del brivido Dario Argento.
Due anni dopo, quando ci aspetterebbe da Pupi un'altra performance da brivido, arriva invece Bordella, incursione nella commedia musicale e demenziale che vede interprete tra gli altri anche Christian De Sica, allora giovanissimo, oltre che la collaborazione di Maurizio Costanzo (che aveva già lavorato a La casa delle finestre che ridono) alla sceneggiatura.
Nello stesso anno, Avati, per confermare il suo talento da "piccolo maestro della suspance" e per compensare lo scarso successo di Bordella, torna al thriller con venature demenziali in Tutti defunti... tranne i morti che, anche se non convince pienamente la critica e il pubblico, segna l'inizio di una lunga collaborazione con l'attore feticcio Carlo delle Piane.
Nel frattempo, il regista diviene famoso presso il pubblico televisivo con la miniserie Jazz Band, cui seguono Cinema!!! e altri lavori per il piccolo schermo negli anni Ottanta.
Avanti realizza la sceneggiatura di Macabro, horror d'esordio di Lamberto Bava e nel 1983 torna alla regia per il grande schermo con la commedia nostalgica Una gita scolastica, che vince numerosi Nastri d'Argento, seguito dal thriller-horror Zeder (1983), interpretato da Gabriele Lavia, catalogato fra le sue migliori opere di genere.
Dopo il misconosciuto Noi tre, e le commedie nostalgiche Impiegati, presentata nella Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes, e Festa di laurea, nel 1986 è alla regia di un piccolo gioiello del cinema italiano, ovvero l'amaro Regalo di Natale, ambientato nel mondo del poker, con protagonisti Diego Abatantuono, Gianni Cavina, Alessandro Haber e l'abituale Carlo delle Piane, quest'ultimo vincitore della Coppa Volpi al Festival di Venezia. Avati girerà poi una sorta di sequel del film nel 2003, La rivincita di Natale, sempre con gli stessi interpreti.
Vengono poi i successivi Ultimo minuto (ultima interpretazione di Ugo Tognazzi), le commedie Storia di ragazzi e ragazze (1989) (per cui riceve il Nastro d'Argento come miglior regista) e Fratelli e sorelle (1991) (con un giovanissimo Stefano Accorsi), ma anche Bix - Un'ipotesi leggendaria (1991), biografia del jazzista Bix Beiderbecke.
Avati torna al cinema di genere con il crudo Magnificat (1993), ambientato in epoca medioevale (cui seguirà nel 2001 I cavalieri che fecero l'impresa), con il thriller L'amico di infanzia (1993), che si svolge negli Stati Uniti, e con l'angosciante horror L'arcano Incantatore (1996) con Stefano Dionisi.
Nel 1998 gira Il testimone dello sposo, di nuovo con Abatantuono e con Inés Sastre, cui segue l'anno dopo La via degli angeli, con gli habitué Cavina e Delle Piane.
Nel 2003, dopo un periodo di pausa, Avati segna una svolta nella sua carriera con il sentimentale e nostalgico Il Cuore Altrove, presentato in concorso a Cannes, che vede protagonisti il timido Neri Marcorè e la "caliente" Vanessa Incontrada nei panni di una giovane ragazza non vedente, il quale ottiene un ottimo successo di critica e pubblico.
È l'inizio per Avati di una nuova poetica, in cui l'autore rievoca le atmosfere della provincia padana della sua infanzia, e si segnala per la bravura nella direzioni degli interpreti, spesso recuperando vecchie glorie del mondo cine-televisivo o lanciando attori esordienti. L'anno seguente, infatti, dirige Vittoria Puccini, Paolo Briguglia, Claudio Santamaria e Johnny Dorelli nella commedia romantica Ma quando arrivano le ragazze? ad ambientazione jazzistica; e poi Antonio Albanese, Katia Ricciarelli (vincitrice del Nastro d'argento), la storica Marisa Merlini e di nuovo Neri Marcorè nel divertente La seconda notte di nozze.
Seguono la commedia al femminile La cena per farli conoscere (2007) con Diego Abatantuono accompagnato dalla bellezza di Francesca Neri, Inés Sastre, Vanessa Incontrada e Violante Placido e il deludente ritorno all'horror padano con Il nascondiglio, interpretato da Laura Morante. Il regista torna alle garbata commedia Il papà di Giovanna (2008), interpretato da Silvio Orlando (vincitore della Coppa Volpi a Venezia), dalla rivelazione Alba Rohrwacher e da Ezio Greggio, per la prima volta in un ruolo drammatico. Seguono Gli amici del bar Margherita (2009), di nuovo con Abatantuono e Marcoré, affiancati questa volta da Fabio De Luigi e Luigi Lo Cascio, e Il figlio più piccolo (2010), che rilancia Christian De Sica come attore drammatico, premiato con il Nastro d'argento assieme a Luca Zingaretti.
Le sue più recenti prove da regista sono rappresentate dai drammi Una sconfinata giovinezza, clamorosamente escluso dal Festival di Venezia, che affronta il delicato tema del morbo di Alzheimer e riporta sullo schermo Serena Grandi, e Il cuore grande delle ragazze, che vede invece il ritorno di Sydne Rome e Andrea Roncato, insieme al solito Gianni Cavina e a Micaela Ramazzotti.
In tutti questi anni di lavoro e di fatica, Pupi Avati ha dimostrato di possedere un grande impegno e un'intensa forza morale, che hanno fatto di un giovane e "squattrinato" regista di b-movies un famoso autore conosciuto e ammirato in tutto il mondo.
2009 Candidatura Miglior regista per Il papà di Giovanna
2004 Candidatura Miglior regista per La rivincita di Natale
2003 Premio Miglior regista per Il cuore altrove
1995 Premio David Luchino Visconti
1990 Premio Miglior sceneggiatura per Storia di ragazzi e di ragazze
1990 Candidatura Miglior film per Storia di ragazzi e di ragazze
1990 Candidatura Miglior regista per Storia di ragazzi e di ragazze
2011 Premio Nastro speciale del 65° per Una sconfinata giovinezza
2011 Candidatura Miglior soggetto per Una sconfinata giovinezza
2010 Candidatura Miglior soggetto per Il figlio più piccolo
2023 Sceneggiatura, Soggetto, Regia
2022 Sceneggiatura, Soggetto, Regia
2020 Recitazione
2019 Recitazione
Non vado mai al cinema - lo confesso. Seguo le proiezioni private degli amici che mi invitano, ma solo perché sono amici. Prima al cinema andavo ma ho smesso di farlo appena ho cominciato a fare cinema. I film degli …
Prima di approdare al Lido di Venezia per presentare il suo nuovo film, L'orto americano, Pupi Avati farà tappa a Castiglioncello il 25 agosto.
Brando De Sica, Paolo Genovese, Claudia Gerini, Laura Morante e il regista Jerzy Skolimowski interverranno nel corso della manifestazione, a Perugia da oggi al 30 giugno.
Sei titoli in concorso, i corti di Ermanno Olmi, la retrospettiva e l'incontro con Roberto Andò e il quarantennale di Una Gita scolastica di Pupi Avati in programma a Porretta Cinema 2023.
Pupi Avati protagonista della cerimonia d'apertura del Torino Film Festival 2023, tra i titoli annunciati il francese Un anno difficile e Il cielo brucia di Christian Petzold.
Il programma del festival, dal 3 al 7 ottobre al Cinema Teatro Masaccio di San Giovanni Valdarno, presenta 19 film, tra lungometraggi e corti, un omaggio a Francesco Nuti e la sezione dedicata ai più piccoli, Valdarno Kids.