Jonathan Demme nasce a Baldwin in 22 febbraio 1944, e trascorre l'infanzia nella città di New York, per poi trasferirsi a quindici anni a Miami. Il suo esordio alla regia è datato 1974, anno di Femmine in gabbia (Caged Heat), frutto della collaborazione con Roger Corman, per il quale girerà in quegli anni altre pellicole, la più celebre delle quali è senz'altro Il segno degli Hannan (Last Embrace), del 1979, un noir efficace, movimentato da forti colpi di scena e impreziosito da una forte impronta da thriller psicologico, che richiama il senso dell'intreccio proprio delle opere più riuscite di HAlfred itchcock.
La successiva commedia Una volta ho incontrato un milionario (Melvin and Howard), del 1980, conferma la sua poliedricità e il suo talento a 360 gradi dietro la macchina da presa, mettendo in scena una visione dissacrante del modello di società americano e dei rapporti di potere sul quali esso è fondato. Del 1984 è Stop Making Sense, un vero e proprio concerto del gruppo Talking Heads a cui è stata applicata una struttura filmica, mentre nel 1986 è la volta di Qualcosa di travolgente (Something Wild), con una Melanie Griffith che, con la sua recitazione trascinante, è il vero e proprio perno di una commedia originale e ironica. Ancora una storia farsesca è la base di partenza di Una vedova allegra... Ma non troppo (Married to the Mob), del 1988, stavolta con la bellissima Michelle Pfeiffer.
E' però del 1991 l'opera che lo ha reso immortale nella storia del cinema: si tratta de Il silenzio degli innocenti (The Silence of the Lambs), in cui la giovane Jodie Foster deve tenere testa all'ex psichiatra cannibale interpretato da Anthony Hopkins, immergendosi nei più oscuri e deviati recessi della mente umana. A due anni dopo risale un altro grandissimo successo, Philadelphia, in cui il brillante avvocato Tom Hanks, affetto da AIDS, deve fare i conti con i pregiudizi e le bassezze della società in cui vive. Seguono Beloved (1998), The Truth about Charlie (2002) e, nel 2003, il documentario The Agronomist, ma è nel 2004 che torna in grande stile con un'altra amara riflessione sulla realtà americana, minata dall'interno da intrighi politici e sporchi giochi di potere: The Manchurian Candidate. Nel 2006 e nel 2007 è di nuovo la volta di due documentari, Neil Young: Heart of Gold, e Jimmy Carter Man from Plains.
Demme rappresenta uno degli sguardi più cupi e disincantati tanto sulla società americana quanto sulla più intima interiorità dell'uomo, non limitandosi però esclusivamente al genere drammatico, ma riuscendo a veicolare il proprio messaggio anche tramite diverse tipologie di racconto. Il suo interesse per il documentario manifesta la sua volontà di esplorare le possibilità offerte dai generi solitamente ritenuti meno interessanti dal punto di vista artistico, ma che se trattati in maniera originale possono rivelarsi illuminanti.
1992 Premio Miglior regia per Il silenzio degli innocenti
1992 Candidatura Miglior regista per Il silenzio degli innocenti
2006 Premio Premio Billy Wilder per eccellenza alla regia
2009 Candidatura Miglior film per Rachel sta per sposarsi
2009 Candidatura Miglior regista per Rachel sta per sposarsi
1992 Premio Miglior regista per Il silenzio degli innocenti
1992 Candidatura Miglior regista per Il silenzio degli innocenti
2004 Premio Miglior documentario per The Agronomist
1991 Premio Migliore regista
1984 Regia, Sceneggiatura, Soggetto
2015 Regia
2012 Regia, Produzione
2008 Regia
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