Zoolander 2 è uno dei titoli più attesi al cinema, forse da noi anche un po' di più, vista la scelta della produzione di lavorare a Roma. Ci spiace dunque riportare la freddezza con cui il film è stato accolto dalla stampa internazionale: ogni testata non fa che ribadire quanto trite e ritrite siano le battute e le situazioni comiche. Basta vedere i voti ottenuti finora su IMDB o Metacritic.

Primo tra i titoli statunitensi, l'Hollywood Reporter, che condanna il suo essere spesso fuori luogo ed inutilmente complicato, oltre che poco energico: "nessuna delle linee narrative è davvero solida, nonostante la tolleranza che si accorda alla farsa". Qualcosa si salva (Mugatu) ma in ultima analisi è un "abitino carino, troppo accessoriato".
Entertainment Weekly l'ha decretato quasi sufficiente. "È triste e disperato, come un comico che non sa quando scendere dal palco. L'unica buona notizia è che, alla velocità con cui ilfranchise si muove, non vedremo Zoolander3 fino al 2030". Ouch!
Variety l'ha descritto come una "delusione/fiasco", un cappuccino dal sapore a dir poco disgustoso ("the orange mocha crappuccino of movie sequels" ).
Ancora, TheWrap ne sottolinea la struttura caotica e random, quasi improvvisata, Screen Daily è rimasto ben poco impressionato dalla eccessiva esagerazione di qualsiasi elemento che rende ancor più evidente quanto le battute non funzionino, Little White Lies parla di Ben Stiller come un sonnambulo.

Dalla Gran Bretagna opinioni negative, ma più contenute (dopotutto, sono british). Ecco dunque il Daily Telegraph, che riconosce quanto almeno sia divertente andare a vedere il sequel, anche se non ci sono affatto le basi per un terzo capitolo. "Un canto del cigno di Derek, che se ne va in un turbinio di piume e agitazione".
Il Guardian invece ha giocato sulla tagline "they're so hot right now", descrivendoli invece come "tiepidi",e aggiungendo poi: "come una band famosa che suona dal vivo, da Derek & co ci aspettiamo i cavalli di battaglia, non materiale inedito... e non è un granché il materiale inedito". Opinione in genere discutibile... ma staremo a vedere se vale per il film in questione, che uscirà nelle sale il 12 febbraio.