Il 12 marzo 2004, esattamente 15 anni fa, arrivava al cinema Tre metri sopra il cielo, primo film del regista Luca Lucini tratto dall'omonimo romanzo di Federico Moccia. Tre metri sopra il cielo, però, è anzitutto un teen movie ormai divenuto cult, il motivo per cui Ponte Milvio, a Roma, è stato per anni pieno di lucchetti e, soprattutto, il film che ha lanciato un 25enne Riccardo Scamarcio.
Non era certo la prima volta che il suo volto appariva al cinema, e per dirla tutta Riccardo Scamarcio era già noto sul piccolo schermo per la miniserie Ama il tuo nemico 2, e soprattutto per la fiction di Rai2 Compagni di scuola, la stessa che ha lanciato la carriera di Laura Chiatti e Cristiana Capotondi. Nel 2003, inoltre, si era fatto notare nei film La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana e Ora o mai più di Lucio Pellegrini. Senza dubbio alcuno però a consacrarlo, non solo come uno degli attori più promettenti del panorama italiano, ma soprattutto come idolo delle teenager e come sex symbol, sono, nel 2004, il suo "dannato" Step e Tre metri sopra il cielo.
Il successo incredibile del film, seguito a quello del libro, è di sicuro anche merito un po' suo, ma la vera forza sta nella sua trama, semplice, infarcita di stereotipi immortali - come quello del bello e dannato, quello della ragazza acqua e sapone e studentessa modello -, quello che ogni film (o libro) per adolescenti, in definitiva, deve avere se vuole sicuro successo. Roberta "Babi" Gervasi (Katy Saunders) e Stefano "Step" Mancini (Riccardo Scamarcio) provengono da due realtà completamente diverse. Lei ha 18 anni, è una studentessa ambiziosa, ha un buon rapporto con i suoi genitori e ha tanti amici tra cui Pallina, quella a cui è più legata e a cui confida tutto. Step ha 19 anni è un tipo turbolento, che passa il tempo tra corse di moto clandestine e piccoli furti, i suoi amici sono tutti teppisti, anche Pollo, con cui ha un rapporto molto stretto. Babi e Step si incontrano per caso e nonostante le differenze si innamorano.
Federico Moccia e Lucini, nel 2004, hanno semplicemente regalato a migliaia di ragazzini uno spazio in cui immedesimarsi e in cui racchiudere i propri sogni romantici e un po' teatrali. Nulla di originale, sia chiaro, tanto dalla storia quanto dalla regia, che un po' si ispira un po' scimmiotta i teen movie americani classici. Eppure è stato quel magico miscuglio di "già visto e già sentito", insieme alla colonna sonora piena di tormentoni, da Sere Nere di Tiziano Ferro a E se ne va de Le Vibrazioni, a regalare una fortuna quasi inimmaginabile al film. Chiamatelo, se vi va, potere dell'essere riconoscibili più che innovativi, con quella storia d'amore che pesca a piene mani sulla superficie di capolavori immortali come Romeo e Giulietta e di mode che furono, come Il tempo delle mele. Eppure, a dispetto della scarsa originalità, Tre metri sopra il cielo ha avuto vita molto lunga anche dopo i suoi 100 minuti, con un sequel del 2007, Ho voglia di te, ancora tratto da un romanzo di Moccia, e addirittura con un remake spagnolo, Tres metros sobre el cielo, di tale successo da replicare anche il sequel, Tengo ganas de ti.