Togo fu il vero cane eroe ma la Amblin di Steven Spielberg gli preferì Balto nel film del 1995: perché?

Il vero cane eroe di Nome nella corsa al siero fu Togo ma per molti anni tutti hanno ritenuto che fosse Balto ad aver salvato i bambini nel 1925, anche la Amblin di Steven Spielberg: ecco come è nato il malinteso.

Balto e il suo musher, Gunnar Kaasen

È ormai accertato che sia stato Togo, il siberian husky di proprietà del musher Leonhard Seppala, il vero cane eroe della "corsa al siero". Per anni però la versione tramandata è stata un'altra: un altro husky che prese parte alla spedizione, Balto, fu celebrato come il salvatore dei bambini di Nome.

Perchè Balto diventò erroneamente un eroe?

Per raccontare la sua storia, la Amblin Entertainment di Steven Spielberg, nel 1995, realizzò addirittura un film animato - Balto, per l'appunto - che celebrava le gesta del cane da slitta.
Il film però (che fu anche l'ultimo per la casa di produzione, poi confluita nella DreamWorks) non fece altro che veicolare una storia non del tutto vera.

La locandina di Balto
La locandina di Balto, il film prodotto nel 1995 dalla Amblin di Steven Spielberg

Già sui giornali dell'epoca - l'antitossina necessaria per fermare l'epidemia di difterite arrivò a Nome il 2 febbraio 1925 -, il musher Gunnar Kaasen e il cane guida della sua slitta, Balto, divennero delle vere e proprie celebrità.
Eppure era stato Togo, il cane leader di Leonhard Seppala, a percorrere il numero maggiore di miglia, per giunta nel tratto con le peggiori condizioni climatiche.

Perchè i giornali dell'epoca gli preferirono Balto? Perchè fu proprio quell'husky nero che il suo stesso proprietario, Seppala, considerava buono solo sulle brevi distanze, a consegnare il siero a Nome, dopo aver percorso "appena" 53 miglia.
Il film d'animazione prodotto da Spielberg, dunque, non ha fatto altro che raccontare ai bambini degli anni '90 una storia che era stata distorta già 70 anni prima.

Chi erano Togo e Balto, i due cani da slitta di Leonhard Seppala?

Togo era nato nel 1913 e doveva il suo nome all'ammirazione del suo proprietario, Leonhard Seppala, per l'ammiraglio giapponese Tōgō Heihachirō. Dapprima il più gracile della cucciolata, poi il più piccolo e cagionevole tra tutti i cani del musher, il siberian husky fu ceduto, a 6 mesi, dal musher a un altro uomo. Togo però, riuscito a liberarsi, percorse diversi chilometri per tornare da Seppala, che, intenerito, decise di dar retta a sua moglie e di tenerlo.

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Balto invece era più giovane di ben 6 anni ma non aveva la stessa velocità e la tenacia di Togo, tanto che il suo stesso proprietario lo riteneva capace solo di trasportare la posta per brevi tratti.
Dopo la corsa al siero, insieme al musher Gunnar Kaasen, cominciò un tour nazionale e presentato come l'eroe di Nome.

Terminato il tour, Kaasen accettò l'offerta di Sol Lesser, un produttore cinematografico, e gli vendette Balto, che divenne il protagonista del film Balto's Race to Nome. Nel 1926 l'intera squadra di cani fu venduta nuovamente per essere messa in mostra.
Maltrattato e denutrito, Balto toccò il cuore di George Kimbal, un uomo d'affari di Cleveland, che, con l'aiuto di molte scuole della città, riuscì ad acquistare tutti e 7 i cani che avevano consegnato il siero a Nome.

Portati allo zoo di Cleveland, i cani trascorsero il resto della loro vita in pace e protetti. Balto morì nel 1933, fu impagliato ed esposto al Cleveland Museum of Natural History. Nel 2019 il film Balto e Togo - La leggenda, prodotto dalla P12 Films, ha provato a raccontare la vicenda di entrambi i cani eroi.