Peg Aloi e Pam Grossman, due esperte di stregoneria, hanno commentato The Witch, il film del 2015 diretto da Robert Eggers, esaltandone soprattutto il finale e suggerendo anche quella che sarebbe potuta essere una modifica vincente all'opera con Anya Taylor-Joy.
Questa settimana calerà il sipario sul mese di ottobre e, di conseguenza, si avvicina sempre di più la festa di Halloween. Milioni di persone nel mondo sceglieranno così di trascorrere la notte più paurosa dell'anno guardando un film horror e, in tal senso, tra i titoli più gettonati ci sarà The Witch. Ecco perché in queste ore la casa di produzione A24 ha chiesto a due esperte di stregoneria, Peg Aloi e Pam Grossman, di commentare l'opera del 2015 diretta da Robert Eggers.
Peg Aloi è un membro della congrega alessandrina che ha avuto inizio nella Boston degli anni '60 ed ha organizzato e condotto rituali per centinaia di persone, mentre Pam Grossman si identifica come "pagana" e recentemente è stata consultata anche per la sceneggiatura di Il rito delle streghe di Zoe Lister-Jones. Gross ha anche ha scritto un libro e conduce un podcast sul movimento della stregoneria moderna. Ma cosa pensano queste due esperte di The Witch?
Innanzitutto, Aloi e Grossman hanno dichiarato di essere grandi fan del film e di aver apprezzato in particolare il finale in cui la protagonista interpretata da Anya Taylor-Joy lascia la sua famiglia per unirsi ad una congrega di streghe. "Alcune persone leggono la fine come tragica: questa povera ragazza è condannata, quindi si arrende al lato oscuro. Ma io vedo il finale come liberatorio", ha detto Grossman. "Nell'ultima immagine è cruciforme, quindi sembra segnare la sua morte ma anche la sua risurrezione. È radiosa, sanguigna e libera. Ha trasceso i confini di una vita brutale e opprimente. Anche quest'ultimo scatto richiama molto Goya, anche se nel suo dipinto 'Il volo delle streghe' ci sono uomini. Mi sento come se Eggers rivendicasse quell'immagine per le donne. Il finale è esaltante".
Aloi ha aggiunto: "Il diavolo non viene da lei spontaneamente, è lei ad evocarlo. E nei boschi trova consapevolezze e comunione, richiamando le rappresentazioni moderne delle congreghe. In Rosemary's Baby sono nude e cantano. In The Wicker Man le donne pagane sono nude, danzano e saltano sul fuoco. Non è diverso da alcune feste pagane o circoli di congreghe di streghe a cui ho partecipato io stessa".
Un'altra forte componente di The Witch che hanno commentato Grossman e Aloi è il modo in cui Eggers lega la fiorente sessualità della protagonista al suo risveglio sovrannaturale: "Il fatto che la protagonista sia una giovane donna all'apice della sessualità si intreccia all'associazione delle donne con il diabolismo, che vediamo anche nella Bibbia con la storia di Eva", ha detto Grossman. "La 'magia' di una ragazza adolescente è in realtà il suo ritrovato potere sessuale, una forza indisciplinata che deve imparare a controllare, per timore che porti rovina su di lei e su coloro che la circondano. È un principio centrale del puritanesimo, ed è per questo che Katherine ricollega Thomasin al diavolo".
L'unica modifica che Grossman apporterebbe al finale del film sarebbe quella di cambiare il numero di streghe nella congrega, portandole ad essere 13. Come ha osservato lei stessa, infatti, "Il 13 è il numero tradizionale per una congrega. Ecco perché così tante persone trovano il numero 13 sfortunato, persino spaventoso".