Dopo la vittoria ai Golden Globes e le recenti candidature ai Premi BAFTA, tornerà nelle sale italiane The Substance, visionaria opera a tinte horror scritta e diretta da Coralie Fargeat.
La vittoria di Demi Moore come miglior attrice ai Golden Globe ha avuto un impatto notevole sul film, che dalla data di uscita a ottobre scorso non ha di fatto mai smesso di essere programmato nelle sale: nella settimana successiva alla consegna del premio, The Substance ha infatti quasi triplicato il numero di sale, quintuplicato l'incasso e raddoppiato la media copia rispetto alla settimana precedente.
Il film, quindi, sarà protagonista di una nuova distribuzione su tutto il territorio nazionale a partire dal 6 febbraio prossimo, forte delle 5 candidature ai Premi BAFTA, gli Oscar del cinema britannico, annunciate pochi giorni fa.
The Substance concorrerà nelle seguenti categorie: Miglior regia, Miglior sceneggiatura originale, Miglior attrice protagonista a Demi Moore, Miglior trucco e acconciature, Miglior sonoro. Queste nomination sono l'ennesima conferma del successo che il film sta riscuotendo nell'attuale awards season e un ulteriore segnale incoraggiante rispetto alle candidature agli Oscar, che saranno annunciate il prossimo 23 gennaio.
Demi Moore sull'horror The Substance: "Non è contro gli uomini, è contro i cog**ni!"
Ricordiamo infatti che The Substance ha già vinto, tra gli altri, il premio alla Miglior sceneggiatura al Festival di Cannes, il premio del pubblico per la sezione Midnight Madness al Festival di Toronto, è stato candidato a 4 EFA vincendone 2 (Miglior fotografia e Migliori effetti visivi) e ha ricevuto, tra le altre, 2 nomination ai Film Independent Spirit Award, 4 nomination ai Saturn Award, 1 nomination ai Gotham Awards, e numerose candidature ai vari premi dei circoli della critica statunitense.
Una grossa spinta è arrivata anche all'indomani del commovente discorso di accettazione di Demi Moore nel ricevere il Golden Globe come miglior attrice. L'attrice ha riflettuto su un passato in cui le fu detto da un produttore di essere solo una "attrice da popcorn", che non meritava il successo perché non era in grado di fare film di rilievo, un'etichetta che l'ha ferita profondamente e che ha condizionato la sua percezione di sé stessa.