The Prom: pioggia di critiche su James Corden per il ritratto "grossolano e offensivo" di un uomo gay

James Corden al centro delle polemiche per il modo in cui interpreta un personaggio gay in The Prom, la sua performance definita "offensiva".

La performance di James Corden in The Prom è finita al centro delle polemiche perché la sua rappresentazione di un uomo gay sarebbe stata ritenuta "grossolana e offensiva" da molti critici e giornalisti.

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In The Prom James Corden veste i panni dell'attore di Broadway Barry Glickman, interpretato nella versione teatrale dal Brooks Ashmanskas, forte di una performance che gli ha fruttato una candidatura ai Tony Awards. Barry è uno scoppiettante divo di Broadway apertamente gay, ruolo a quanto pare inadatto a Corden tanto che qualcuno si è chiesto il perchè di questa strana scelta di casting.

"Le opinioni divergono su quanto sia accettabile per gli attori etero interpretare ruoli gay, ma pochi attori etero potrebbero farla franca con un personaggio gay come questo, un ruolo che sembra uscito pari pari da una sitcom degli anni '80 che qui diventa offensivo" scrive il critico di Newsweek Samuel Spencer, che parla di "errore di casting offensivo" per poi proseguire "dopo tutto, gli attori gay che potrebbero dare al ruolo maggior pathos non ci mancano. Titus Burgess era impegnato? Nathan Lane era in vacanza? Andrew Rannells è perfino nel film perciò sappiamo che era disponibile, e sebbene sia divertente nel ruolo dell'attore disoccupato che ci tiene a far sapere di aver studiato alla Juilliard, questo film sarebbe stato migliore se gli fosse stato affidato il ruolo più importante."

Il critico di Hollywood Reporter David Rooney concorda che il personaggio di Barry "urla a gran voce Nathan Lane" mentre non funziona affatto per James Corden, "Forse consapevole del potenziale campo minato per un attore etero che interpreta uno stereotipo gay così esplicito, Corden opera per manierismi senza gioia. Il risultato è una performance piatta ."

Più feroce la recensione del Telegraph firmata dal critico Tim Robey, che scrive: "In un cast pieno di talentuosi attori queer in ruoli minori, è un grosso problema avere Corden in un ruolo gay che fa del suo meglio per veicolare la tragica esperienza di Barry, costretto a lasciare la propria casa a 16 anni perché privo di amore... Quando afferra la mano di Emma e la porta al centro commerciale per un restyling, è un insulto di cui il film non si rende conto, mostrando lo stereotipo della giovane lesbica che non si intende di moda e dell'uomo gay come un vivace incubo Queer Eye che ha fatto vergognare questo recensore di combattere per la stessa causa."

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