Sono passati tre anni dall'uscita di The Last of Us, videogame post-apocalittico che ha ricevuto il plauso dei media per via dello script curatissimo. Inevitabile l'adattamento per il grande schermo, adattamento annunciato da tempo che però ha subito innumerevoli ritardi produttivi.
Neil Druckmann, responsabile della storyline del videogioco, torna a fare il punto sulla situazione in un'intervista a Southern California Public Radio (SCPR).
"I ritardi dipendono dalle differenze di media. Le storie per i videogame vengono scritte durante la produzione. nel cinema, invece, quando si cominciano le riprese la sceneggiatura è già pronta. Nell'altro caso la storia viene scritta in maniera organica mentre il gioco viene assemblato. Questo perché non si può prevedere che direzione prenderà il videogioco. Puoi avere delle idee di base, ma poi devi provare e vedere dove ti portano le varie situazioni. Questo ti costringe a fare avanti e indietro nella storia e cambiare un sacco di cose".
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Parlando della storia di The Last Of Us, lo sceneggiatore ha aggiunto: "Per me questa storia è molto personale. Stavolta ci sarà un'altra persona che interpreterà il mio materiale e lo farà proprio, è una forma di fiducia, un modo per lasciar andare la storia e aprirsi alla possibilità di interpretazioni differenti".
Per quanto riguarda la tempistica del film, Neil Druckmann ha ammesso che la produzione si è bloccata per due anni, ma adesso Naughty Dog vorrebbe accelerare i tempi e starebbe addirittura pensando alla possibilità di un sequel di The Last of Us.
Per il momento le notizie sulla produzione di The Last of Us restano incerte così come quelle di un altro adattamento cinematografico preannunciato, Uncharted. "Il film su Uncharted è in fase di sviluppo da nove anni così abbiamo capito che queste cose richiedono il loro tempo e sono molto lente" ha concluso lo sceneggiatore.
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