Uscirà nelle sale oggi mercoledì 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, Strane straniere, il nuovo film documentario di Elisa Amoruso, presentato all'ultima Festa di Roma nella sezione Alice nella Città | Kino Panorama Italia.
Scrittrice, sceneggiatrice e regista (già autrice nel 2013 di Fuoristrada, premiato alla Festa del Cinema di Roma), Elisa Amoruso racconta in Strane Straniere le storie di Ana, Ljuba, Radi, Sihem eSonia: cinque donne arrivate in Italia più o meno da lontano, spinte a lasciare le proprie radici da ragioni diverse - che fosse l'amore, il lavoro, la curiosità o forse il destino - ma accomunate dall'essere riuscite a dar vita a un'attività propria, reinventandosi e integrandosi con successo in una nuova realtà. Distanti per esperienza e provenienza, le unisce l'essere straniere. Tra lavoro, famiglia e relazioni, le loro storie s'intrecciano per raccontare cosa significhi costruire un'identità in un altro Paese.
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Sonia è la proprietaria del ristorante cinese più conosciuto di Roma. Parenti e amici la incontrano lì davanti ad una tazza di the o una grappa di rose. Come ogni anno prepara il Capodanno Cinese. Segue i riti propiziatori necessari a scacciare il maligno e destinati alla riuscita della festa. Suo marito, scomparso in Cina per due anni, finalmente è tornato. Sonia spera che il rito del lancio delle lanterne protegga il futuro del loro amore.
Sihem e il suo compagno Ciro vivono in campagna e si occupano degli animali. La loro giornata è fitta di impegni nell'associazione che Sihem ha fondato ad Aprilia, dopo l'arrivo dalla Tunisia, "La Palma del sud": un pezzo di mondo arabo nel paesaggio laziale, ma anche un sostegno per tutti coloro che, italiani e stranieri, si trovano in difficoltà economiche.
Radi ha lasciato la Bulgaria per un amore che si è rivelato una trappola. In Italia ha scoperto la passione del mare e ha creato una cooperativa di sole donne, la "Bio e mare". Nel laboratorio di Carrara lei e le sue amiche preparano salse di pesce. Da quando ha lasciato il marito, queste donne sono la sua famiglia. Condividono un sogno: uscire in mare con un peschereccio tutto loro.
Ana è croata, Ljuba è serba. Entrambe sono arrivate in Italia come jugoslave, poi la guerra ha cambiato le loro nazionalità. Si sono incontrate per caso e "riconosciute" immediatamente, diventando inseparabili. Hanno aperto l'Atelier, una piccola galleria d'arte nel centro di Roma, che gestiscono insieme anche ora che Ljuba si è trasferita a Francoforte con la famiglia.
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