Il giorno prima della messa in onda di Storia di Nilde, un docu-drama italiano del 2019 diretto da Emanuele Imbucci, una giornalista di Urbanpost, intervistò Marisa Malagoli, la figlia adottiva di Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, la quale, durante la conversazione, raccontò i retroscena inerenti alla sua adozione.
La storia dell'adozione della Malagoli cominciò il 9 gennaio del 1950 con l'eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, giorno in cui perse la vita il fratello di Marisa, allora una bambina, e altri cinque operai, a seguito di una carica violenta delle Forze Armate per reprimere una protesta.
Durante i funerali Togliatti fece scivolare nelle mani della Iotti una biglietto che cambiò per sempre la vita della piccola Malagoli: "Una frase semplicissima: 'E se aiutassimo una di queste famiglie?'. Tra gli operai morti c'era un padre ma poi decisero altro per esaudire quel desiderio e alla fine trovarono me."
"In famiglia eravamo undici figli, mio padre era un mezzadro, faceva fatica a sfamare tutte le nostre bocche Così, convinti dai miei fratelli, mamma e papà accettarono, seppure a malincuore, di lasciarmi andare." Continuò Marisa. "Mi trasferii a Roma, anche se tutte le estati li raggiungevo a Nonantola, il mio paese vicino a Modena. Avevo una nuova famiglia ma non dimenticavo quella che mi aveva fatto nascere."
Marisa Malagoli, durante l'intervista, descrisse dettagliatamente i suoi genitori adottivi: "Molto, molto presenti. In famiglia si respirava un clima di grande amore, di allegria. Papà era il segretario del più grande Partito comunista dell'epoca, la sua vita pubblica era rigorosa, ma in privato viveva con leggerezza. Amava fare battute, prendere in giro Nilde tutte le volte che poteva con filastrocche che inventava sul momento. Se discutevano, per prenderla in giro diceva: 'Parla bene Nilde Iotti ma sa fare meglio i risotti'".