Il regista J.J. Abrams ha rilasciato una lunga intervista al magazine Vanity Fair, durante la quale ha parlato del suo approccio alla realizzazione di Star Wars: Episodio VII - Il risveglio della Forza.
Il filmmaker ha spiegato: "Quello che è stato bello è che ovviamente abbiamo avuto molto tempo durante il processo di sviluppo per parlare di quello che è accaduto al di fuori dei confini della storia che vedrete. Quindi ci sono dei riferimenti a delle cose e alcuni sono veramente indiretti quindi speriamo che il pubblico possa dedurre quello a cui stanno facendo riferimento i personaggi. Avevamo più riferimenti che abbiamo poi tolto perché sembrava stessimo provando con troppo impegno ad alludere a qualcosa".
Abrams ha poi aggiunto: "Ci sono alcuni riferimenti specifici che sono una specie di miei segreti personali, piccoli e stupidi. Ma quello che ho capito abbastanza presto è che si trattava tutto di una questione di prospettiva". Il regista ha sottolineato: "La domanda è chi è quella persona che affronta quell'esperienza? Perché importa a loro? Per quale motivo sono disperati o impauriti?". J.J. ha infatti spiegato che gli spettatori devono sentirsi coinvolti da quello che accade sul grande schermo e dalle situazioni ed emozioni che vivono i personaggi; non bastava, secondo il regista, mostrare un pianeta o navi spaziali: "Quella per me è stata la sfida più grande: essere sicuro che nessuno di questi elementi fosse trattato come un pezzo da museo e che si pensasse che stessimo cercando di onorarli o utilizzarli in modo gratuito solo perché è un film di Star Wars, quindi devi utilizzare certe cose. Tutto deve essere essenziale ai personaggi del film".