Habemus titolo: Sabina Guzzanti ha annunciato ufficialmente il titolo del suo secondo lavoro da regista, il documentario d'inchiesta Draquila - l'Italia che trema, incentrato sul sisma che l'anno scorso ha raso al suolo parte delle abitazioni de L'Aquila, e delle cittadine limitrofe. La Guzzanti torna quindi dietro la macchina da presa dopo l'esordio alla regia con Viva Zapatero! del 2005 e aveva chiesto ai frequentatori del suo blog ufficiale di aiutarla a trovare un titolo per il nuovo film: "Dopo avere attentamente esaminato le proposte del sopradetto blog nelle date sottocitate a latere delle considerazioni di carattere politico amministrativo idrogeologico e di compatibilità ambientale:visti gli articoli 57,5859, 12 e 12 bis" - ha annunciato cavillosamente l'attrice - "in deroga alle norme che vincolano la consequenzialità, che proteggono l'analisi logica e quella grammaticale, le norme dell'educazione, del rispetto degli anziani e dei minori, in deroga alle leggi di gravità e alle successive modifiche, in deroga al divieto di ubiquità, onnipresenza veggenza e teletrasporto molecolare e successive modifiche, il potente movimento di correnti scaturito dal brain storming della rete ha battezzato questo film Draquila - L'Italia Che Trema. Da una rapida indagine risulta che sia la prima volta che un titolo viene scelto su internet, complimenti a tutti nella speranza che il film sia all'altezza di come ve lo siete immaginato!"
Dal 6 aprile il trailer del film sarà disponibile sul sito ufficiale della pellicola, il sito della Guzzanti e il sito della BIM. Draquila è il secondo documentario dedicato alla catastrofe in Abruzzo, considerato che proprio oggi debutta nelle sale Sangue e Cemento, un film realizzato dal collettivo Gruppo Zero. "Questa città, dopo il terremoto, è stata oggetto di un martellamento mediatico in cui si è vista un'evidente distinzione tra quello che la stampa locale denunciava e quello che le tv nazionali riportavano" - ha affermato la Guzzanti in un recente intervento pubblico - "L'Aquila rischia di prestarsi come set cinematografico e questo va a ledere la necessità di una ricostruzione partecipata, che parta dal basso, cosa che è mancata fino a questo momento".