Stasera su La7, alle 21:15, arriva Brad Pitt con Sette anni in Tibet, film del 1997 che, al contrario delle attese, si è rivelato un mezzo passo falso nella sua stellare carriera. Diretto da Jean-Jacques Annaud, il film è ispirato ad un libro autobiografico scritto dall'esploratore austriaco Heinrich Harrer.
Nel 1939 l'alpinista austriaco Heinrich Harrer (Brad Pitt) parte per una spedizione in Tibet con l'intento di scalare il Nanga Parbat, senza curarsi delle preoccupazioni della moglie Ingrid incinta, che affida all'amico Horst. Nel frattempo in Tibet, un bimbo di quattro anni viene designato come nuovo Dalai Lama e venerato dai fedeli. Quando gli scalatori arrivano al campo base, nel turbine della tempesta di neve, vengono fatti prigionieri dai soldati inglesi e scoprono che è scoppiata la guerra e loro, come austriaci, sono considerati nemici della Gran Bretagna.
All'uscita di Sette anni in Tibet nelle sale (che non ottenne quel successo di pubblico e critica tanto attesi, nonostante le potenzialità), a suscitare sicuramente più clamore del film fu la protesta della Repubblica Popolare cinese per la rappresentazione fornita dei propri militari. Risultato? Annaud, Brad Pitt e David Thewlis furono banditi a vita dal Paese (che con gli anni li ha poi riaccolti a braccia aperte). Come se non bastasse, fu la rivista Empire a lanciare una nuova tegola sul povero Pitt: l'accento assunto nel film fu classificato come il terzo peggiore di tutti i tempi.