M. Night Shyamalan non dovrà affrontare un processo: un giudice federale ha infatti stabilito che per la creazione di Servant non sono stati rubati elementi del film The Truth About Emanuel, non potendo quindi essere considerato un plagio.
La sentenza del giudice John F. Walter ha così posto fine alle accuse di violazione di copyright che avevano coinvolto il regista dopo il debutto della serie Apple.
La sentenza dichiara: "Le presunte somiglianze tra le due opere sono nettamente inferiori rispetto alle differenze nella trama, nelle tematiche, nel dialogo, nell'atmosfera, nell'ambientazione, nel ritmo, nei personaggi, e nelle sequenze di eventi e la Corte conclude che le due opere in oggetto non sono sostenzialmente simili per quanto riguarda la legge".
Francesca Gregorini, autrice e regista di The Truth About Emanuel, aveva fatto causa a M. Night Shyamalan nel mese di gennaio sostenendo che Servant avesse attinto alla sua storia "bastardizzandola" con uno sguardo maschile.
Entrambe le opere raccontano la storia di una madre in lutto che si occupa di una bambola come se fosse un bambino vero e ha un rapporto con una baby-sitter.
Il giudice John F. Walter ha però sostenuto: "Oltre questa premessa condivisa, le storie delle due opere si differenziano in modo drastico e velocemente".
Nella serie prodotta da Apple la bambola prende infatti vita e l'atmosfera è molto più dark e quasi horror, mentre il film è maggiormente speranzoso e positivo. I due progetti, inoltre, non hanno ulteriori punti in comune.
Servant, la recensione: Shyamalan porta in scena un lutto pieno di misteri