È il film simbolo di una nazione, del suo popolo, dei suoi valori, simbolo della Resistenza e di una nuova Italia che nasceva dal dolore della guerra. Roma, città aperta di Roberto Rossellini arriva nelle sale italiane, in nuovo restauro, nel mese della Liberazione: da lunedì 31 marzo e per tutto il mese di aprile, in 70 sale italiane, nuovo titolo del progetto Il Cinema Ritrovato. Al cinema promosso dalla Cineteca di Bologna e Circuito Cinema per portare in prima visione i classici restaurati.
Un restauro, quello di Roma città aperta, a sua volta emblematico della capacità di tre istituzioni italiane di unire i propri sforzi nella salvaguardia del patrimonio cinematografico nazionale: il restauro segna infatti il culmine del Progetto Rossellini, impresa voluta da Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Cineteca di Bologna e CSC-Cineteca Nazionale, che ha portato al recupero dei titoli principali della filmografia di Roberto Rossellini, presentati in questi anni al Festival di Cannes, alla Mostra del Cinema di Venezia, al Festival di Berlino, al Torino Film Festival, al Festival di Roma e al Festival Il Cinema Ritrovato di Bologna. Proprio Il Cinema Ritrovato ha ospitato nell'estate del 2013 la prima assoluta del nuovo restauro, incantando migliaia di persone in Piazza Maggiore a Bologna, preludio a questo ritorno in sala del film di Roberto Rossellini, che anticipa così i festeggiamenti per il 70° anniversario della Liberazione di Roma, avvenuta tra il 4 e il 5 giugno 1944.
Il restauro di Roma, città aperta è stato realizzato dal laboratorio della Cineteca di Bologna L'Immagine Ritrovata a partire dal negativo originale ritrovato nel 2004 e conservato presso la Cineteca Nazionale. Il negativo originale del film si credeva perduto. La leggenda voleva che il film fosse stato girato su stock di pellicola trovata in giro, scaduta, comprata al mercato nero. Quando alla Cineteca Nazionale, nel 2004, riemerse un negativo, si verificò che si trattasse in effetti di "frattaglie" di pellicola di diversa provenienza e ciò fu la conferma di essere tornati in possesso proprio del negativo originale. Il lavoro di schedatura di questo negativo portò a un primo restauro utilizzato come riferimento per il nuovo restauro realizzato a uno standard digitale di qualità ancora più elevata (4K), a cura della Cineteca di Bologna, della Cineteca Nazionale e dell'Istituto Luce Cinecittà.