Antonietta De Lillo ha voluto intervenire sulla situazione dei ragazzi del Cinema America con una lettera aperta in cui si rivolge a Valerio Carocci.
La regista ha usato la missiva per commentare la situazione culturale in questo difficile momento storico e lodare il lavoro che sta venendo fatto.
L'artista ha sottolineato: "State facendo qualcosa di importante e raro. Non mi riferisco soltanto alla vostra bravura nel far vivere luoghi abbandonati e nel riempire le piazze di persone che apprezzano la qualità della vostra programmazione e sentono la dedizione e il lavoro che c'è dietro alle vostre serate. Mi riferisco anche e soprattutto a quanto è accaduto nelle ultime settimane, che mi ha colpito per il vostro coraggio e, ancor di più, per la vostra determinazione a rendere pubblici i tanti ostacoli che troppo spesso costellano la vita delle persone che cercano di fare al meglio il proprio lavoro".
Antonietta De Lillo ha spiegato che alle volte in Italia si ha l'impressione che le cose vadano al contrario rispetto a come dovrebbero: "succede sempre più spesso che realtà che andrebbero premiate si trovino improvvisamente isolate da una serie di azioni che, seppur lecite, nel loro insieme sembrano far parte di un disegno invisibile e punitivo. Apprezzo la vostra capacità di fare della "buona politica", offrendovi come punto di riferimento e dando voce alle tante realtà di resistenza culturale che come voi operano da anni, il più delle volte con risorse minime o inesistenti, e che si trovano anche loro nella posizione di essere percepite come "disfunzionali" al sistema, costrette ad affrontare ostacoli sfiancanti che spesso finiscono per bloccare i loro progetti culturali. E' importante che voi vi proponiate come punto di riferimento per tutte queste realtà sparse per l'Italia che credono nella cultura, a cui dedicano con passione anni e anni della propria vita".
La regista ha spiegato di aver notato, anche da parte di chi era stato vicino a queste realtà, una specie di allontamento dal significato implicito molto negativo: "Quest'invito al "buon senso" che attraversa gli anni, pronunciato sicuramente con sincerità e convinzione, a mio avviso ci ha portati a diventare persone abituate a stare in silenzio e a sopportare l'insopportabile, senza che questo abbia portato ai risultati sperati".
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La situazione che si è venuta a creare, anche come è stato notato anche da Gian Antonio Stella, non è delle più positive e ha mostrato un acuirsi di una spaccatura esistente all'interno del nostro cinema, situazione che ha portato Antonietta a voler condividere la propria opinione: "Esprimo la più profonda solidarietà per le sale cinematografiche colpite dall'emergenza Covid-19, per quelle che lottano per la ripartenza e per le tante che non saranno più in grado di riaprire, ma concordo con Stefania Brai quando scrive che non è boicottando I ragazzi del Cinema America che si può vincere questa battaglia. E' il momento di lottare per una nuova legge cinema che non premi solo coloro che sono già forti sul mercato, promuovendo un unico modello di cinema possibile, uguale per tutti. Soprattutto, non è più tempo di guerre, esplicite o sotterranee, ma di ricostituire un dialogo sano e necessario tra la politica e l'industria, in cui la prima rivendichi un ruolo quanto meno paritario rispetto al sistema produttivo, del quale non può più limitarsi ad essere portavoce. Perché una ripartenza sia possibile abbiamo bisogno di una buona politica che sappia indicare nuovi modelli culturali, economici e sociali e questo impegno dobbiamo assumerlo noi prima degli altri, perché è nella vocazione di chi fa cultura essere precursore e promotore di cambiamento per tutta la società. Non tiriamoci indietro".