È uno di quegli oggetti artistici che meglio rispecchia il significato dell'espressione "senza età": è Pulp Fiction di Quentin Tarantino, che torna in TV stasera su TV8 intorno alle 21:25.
Nel 1994, quando fu presentato in concorso al Festival di Cannes, Pulp Fiction, seconda opera di Tarantino (prima c'era stato il grande successo de Le Iene, nel 1992), sbaragliò la concorrenza e vinse il premio più ambito, la Palma d'oro: cominciò da qui l'incredibile fortuna di questo film, proseguita nel 1995 ai Golden Globes e agli Oscar, dove conquistò sette candidature e una statuetta, per la migliore sceneggiatura originale. Un'opera popolare e insieme intellettuale che ha completamente ridefinito l'estetica del cinema anni '90, mescolando i generi, abbattendo certe barriere imposte dal cinema d'autore, eppure ad esso così vicino con tutte le citazioni ai cineasti preferiti di Quentin Tarantino: c'è Martin Scorsese, ci sono i francesi delle Nouvelle Vague, c'è il western di Sergio Leone e Sam Peckinpah, c'è Federico Fellini (la coreografia della ballo tra Vince e Mia è quella interpretata da Barbara Steele e Mario Pisu in Otto e Mezzo), c'è l'azione di Hong Kong.
Perfino la trama è un intreccio di altre tre diverse storie che poi creano la quarta, quella che compone il film stesso: a Los Angeles una coppia di rapinatori, che si chiamano tra di loro Zucchino (Tim Roth) e Coniglietta (Amanda Plummer), tenta di rapinare la caffetteria Hawthorne Grill, la stessa in cui poi si concluderà l'azione di Pulp Fiction. I due killer Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson) hanno una missione da compiere per conto del loro capo, Marsellus Wallace (Ving Rhames). Il loro obiettivo: recuperare una valigetta dal contenuto misterioso. Un pugile di nome Butch (Bruce Willis) si prepara a perdere il suo prossimo incontro, come richiesto dallo stesso Marsellus.
A dar vita a Pulp Fiction un cast eccezionale, da Tim Roth a Samuel L. Jackson, che sono stati la diretta ispirazione di Tarantino per i rispettivi personaggi, passando per Bruce Willis e John Travolta, che deve proprio a Pulp Fiction il rilancio della sua carriera. A proposito di Willis e Travolta: sembra incredibile, alla luce di quello che è poi stato il risultato, ma nessuno di loro due era la prima scelta del regista, che aveva pensato a Michael Madsen per il ruolo di Vincent Vega e a Sylvester Stallone per quello del pugile Butch. Discorso diverso, invece, per colei che negli anni è diventata la musa di Tarantino: ad Uma Thurman non piaceva moltissimo il ruolo di Mia Wallace, la giovane e bellissima moglie del boss Marsellus. Il direttore del casting aveva già pronto un rimpiazzo eccellente: Jennifer Aniston. Quentin però voleva lei e pur di averla decise di sfoggiare tutta la propria bravura come interprete, anche se solo attraverso una cornetta: l'ultimo disperato tentativo per convincere Uma ad essere la sua Mia fu leggerle tutto il copione di Pulp Fiction per telefono! Quello che successe dopo è storia del cinema.