Si è recentemente parlato del possibile adattamento del film Parasite per HBO e adesso il regista Bong Joon-Ho rivela alcuni aspetti più precisi della futura serie tv, a partire dal fatto che sarà un film di sei ore.
La nuova vita del candidato all'Oscar come Miglior film (e non solo) potrebbe quindi seguire le orme di altri autori cinematografici che rifiutano la definizione di serie, una scelta controversa e francamente snervante per chi fa critica televisiva, come se l'autoproclamarsi serie tv fosse qualcosa di sconveniente. É successo per esempio con Too Old to Die Young di Nicolas Windin Refn.
Fatto sta che Bong Joon-Ho ha dichiarata a The Wrap di avere già pronta una marea di materiale che non ha potuto inserire in Parasite versione film, e che punta quindi a integrare nel nuovo progetto con Adam McKay, già produttore di Succession. Il concetto di film lungo sei ore pare molto caro al regista coreano proprio in virtù del suo attaccamento al film.
Dalle premesse, sembra che non ci sia l'intenzione di creare un prodotto originale autonomo, ma di accaparrarsi tutto il tempo extra necessario ad approfondire la storia di partenza. Non sorprende che come punto di riferimento Bong Joon-Ho abbia citato il caso Fanny e Alexander di Ingmar Bergman, di cui vennero create due versioni di durata differente, una per la sala e una per il passaggio televisivo.
Come esempio del tipo di materiale non utilizzato in Parasite che attende solo di essere incorporato nel nuovo progetto, il regista porta questo: "Quando la domestica originale Mun Gwan torna a notte fonda, è successo qualcosa alla sua faccia. Persino il marito le chiede spiegazioni, ma lei non risponde. Io so perché aveva lividi sulla faccia. Ho una storia per quello e inoltre perché lei sa dell'esistenza del bunker? Quale relazione ha con l'architetto per sapere del bunker? Quindi ho tutte queste storie che sto conservando."