Il suo è il discorso più divertente oltre che davvero ricco di classe, omaggi a Steven Spielberg, allo sceneggiatore di Lincoln Tony Kushner, agli altri candidati, all'adorata moglie Rebecca Miller (una signora davvero fortunata), alla mamma e naturalmente a lui, ad Abraham Lincoln in persona. Un inedito e giocoso Daniel Day-Lewis ha ricevuto dalle mani di Meryl Streep il suo terzo Oscar (tutti e tre da protagonista, e questo è un record), il secondo premio della serata per il film di Spielberg.
Prima del riconoscimento al grande londinese, era arrivato un Oscar per le scenografie di Rick Carter: certamente un magro bottino rispetto alle 12 nomination che Lincoln aveva al suo attivo, e probabilmente a bruciare è soprattutto l'aver mancato la statuetta per la regia, finita ad Ang Lee per Vita di Pi. Ma considerato il film di Spielberg poteva rimanere a mani vuote, due Oscar sono sempre due Oscar. Per il versatile e popolare regista di Schindler's List la storia d'amore con l'Academy non è certamente finita qui.