Nomadland è al centro di alcune polemiche in Cina a causa degli attacchi alla regista Chloe Zhao legati alla sua nazionalità e ad alcuni commenti fatti quasi dieci anni fa e il film è stato ora censurato online.
La distribuzione sul mercato asiatico, prevista per il 23 aprile, sembra quindi incerta nonostante pochi giorni fa sui mezzi di comunicazione cinesi si era festeggiata la vittoria del lungometraggio ai Golden Globe.
Il film Nomadland è stato rimosso da molte pagine cinesi senza spiegazioni e un utente del sito Douban ha scritto: "In futuro Hollywood non oserà far girare film a persone di origine cinese o affrontare tematiche legate alla Cina, non si può capire cosa potrebbe causare dei problemi".
Chloe Zhao, dopo la vittoria ai Golden Globe, era stata lodata per essere la prima donna di origine asiatica a vincere il premio assegnato dalla stampa straniera a Hollywood, situazione poi criticata perché molte persone sostengono non andasse festeggiata, non essendo di nazionalità cinese. La filmmaker era inoltre sotto accusa per un'intervista rilasciata nel 2013 a Filmmaker Magazine in cui dichiarava che in Cina ci "sono menzogne ovunque". Nelle ultime ore le immagini e le locandine del film sono scomparse da alcuni siti, stesso destino riservato alla data di uscita del lungometraggio e ad alcuni articoli che erano stati pubblicati in precedenza. Un utente di WeChat ha pubblicato gli screenshot ricevuti in cui si dichiarava che il contenuto riguardante il film pubblicato su un blog era contrario alle regole nonostante si trattasse di una notizia riguardante la data di uscita e di un approfondimento sulla regista. Weibo ha poi bloccato ogni possibile ricerca legata al film e rimosso le immagini promozionali. I siti che vendono biglietti del cinema, come Maoyan e Tao Piaopiao, hanno quindi rimosso Nomadland dai titoli in uscita.
Su Douban gli utenti stanno commentando sottolineando come l'arte di Chloe Zhao sia stata troppo politicizzata in Cina discutendo dove è nata, parlando della sua famiglia, nazionalità e usando contro di lei delle dichiarazioni risalenti a molti anni fa senza mai parlare dell'opera.
Un post su Weibo, come riporta Variety, sottolinea: "In Cina non la considerano cinese e negli Stati Uniti non la considerano americana, è davvero 'Nomadland'".