Nino Manfredi aveva umili origini - come racconta il figlio Luca Manfredi in un'intervista al Corriere della Sera - per questo odiava gli sprechi: la prima cosa che faceva, appena tornato dal set, era controllare il frigorifero, perché nulla doveva essere buttato.
Nino Manfredi oggi avrebbe compiuto 100 anni, infatti era nato il 22 marzo 1921. Per celebrare questo anniversario, stasera su RAI 2, in prima serata, andrà in onda il documentario Uno, nessuno, cento Nino, scritto e diretto dal figlio Luca Manfredi. Quest'ultimo è anche autore del libro Un friccico ner core. I 100 volti di mio padre Nino, scritto per ricordare un padre che "nonostante abbia anteposto la carriera alla famiglia, manca e mancherà sempre", come ha raccontato nell'intervista al Corriere della Sera.
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Luchino, così papà Nino chiamava il suo secondogenito, parlando del padre ricorda che l'attore è sempre stato orgoglioso delle sue umili origini "arrivava da una famiglia povera, sapeva cosa significava avere fame. In casa non si buttava via nulla, neppure le frattaglie" ricorda Luca raccontando cosa faceva Nino Manfredi appena tornato dal set "quando rientrava dal set, la prima cosa che faceva era ispezionare il frigorifero. Non si cucinava alcunché di nuovo se prima non si finiva quel che rimaneva dei pasti precedenti".
Quando la famiglia Manfredi si trasferì nella casa dell'Aventino, Nino si fece piantare un nespolo al quale è legato uno dei ricordi più teneri di Luca al genitore ormai ottantenne, l'attore ci ha lasciato il 4 giugno 2004 all'età di 83 anni. "C'è un'immagine che custodisco geloso - dice il regista - lui, più o meno ottantenne nel suo giardino, ai piedi di una scaletta. Cerca di tenerla ferma mentre mio figlio Matteo, suo nipote, poco più di 4 anni, si arrampica per cogliere le prime nespole. Che sono troppo in alto: 'Nonno, non ci arrivo!'. Nino lo incoraggia: 'Matteo, i frutti più dolci sono sempre quelli più difficili da prendere'".
Luca Manfredi spiega che in questa semplice scena c'è tutta la dolcezza del celebre padre "lo rivedo tra le fronde di quel nespolo che è ormai diventato anziano. Ma che mi parla ogni giorno di lui. E ogni giorno è un friccico ner core", come cantava Nino in Tanto pe' cantà, il brano di Ettore Petrolini e Alberto Simeoni che Manfredi ripropose al Festival di Sanremo 1970.