Dopo la scomparsa di John Hughes, avvenuta nel 2009 in seguito a un attacco cardiaco, Molly Ringwald ha onorato spesso la memoria del suo mentore che l'ha diretta in Un compleanno da ricordare - Sixteen Candles, Bella in rosa e Breakfast Club.
Lo scorso anno, durante la Cerimonia degli Oscar, l'attrice ha ricordato Hughes dichiarando: "John ha visto qualcosa in tutti noi. il suo genio ha usato la sofferenza della crescita rendendola universale."
Adesso, però, fa molto discutere un lungo saggio pubblicato dall'attrice su The New Yorker, intitolato What about The Breakfast Club?, in cui la Ringwald rivisita i film di John Hughes, incluso il cult Breakfast Club, alla luce del Movimento #MeToo.
"Ho sentito il bisogno di esaminare il ruolo che questi film hanno avuto nella nostra cultura: da dove provengono e che cosa significano oggi" scrive l'attrice scatenando una ridda di polemiche.
Nel suo saggio Molly Ringwald rilegge con occhi nuovi le pellicole che l'hanno resa celebre egli anni '80. Attraverso revisioni e interviste ai colleghi l'attrice sottolinea i momenti dei film che oggi possono essere considerati disturbanti, scene in cui le ragazze vengono rese oggetto dai maschi e sequenze che delineano una visione misogina. Il problema sollevato dalla Ringwald riguarda la possibilità di apprezzare i film che abbiamo sempre amato rivedendoli nell'ottica dell'era #MeToo.
"Criticare queste pellicole mi fa sentire come se stessi privando una generazione dei ricordi più amati, o come se fossi un'ingrata dal momento che questi film mi hanno permesso di avere una carriera. Ma approvarli in toto mi fa sentire un'ipocrita" ammette la Ringwald proseguendo "Come dobbiamo porci di fronte all'arte che amiamo e odiamo al tempo stesso? Soprattutto se abbiamo contribuito a crearla. Cancellare la storia è un percorso pericoloso, ma ricordare il passato in tutte le sue tradizioni barbariche non può significare giustificarlo in toto."
Così l'attrice non può non riconoscere a John Hughes il merito di aver fatto dei film talmente unici da convincere Hollywood a prendere sul serio i giovani e da aiutare i teenager a capire che non erano soli nella rabbia e sofferenza.
"Nessuno a Hollywood parlava dei problemi della scuola superiore e certamente non da un punto di vista femminile. Due dei film di Hughes avevano una protagonista donna e analizzavano i sentimenti delle giovani sul quotidiano, toccando temi universali che li hanno resi hit immediati al box office, un evento anomalo che non si è mai ripetuto."
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Ma Molly Ringwald ammette anche di avere difficoltà nei confronti di alcune scene di questi film, scene che la vedono spesso presente. L'attrice ricorda il momento in cui ha accettato di rivedere Breakfast Club con la figlia di 10 anni. "Ero preoccupata della sua reazione, ma non avevo capito che sarei stata io a crearle problemi". L'attrice sottolinea come nel corso del film Bender molesti ripetutamente Claire, e lei risponda in modo sprezzante. Tra le scene incriminate vi è quella in cui Bender si nasconde sotto il banco di Claire e cerca di metterle una mano nelle mutande, ma lei gli blocca la testa tra le ginocchia.
"Quando non la tratta come un oggetto sessuale, sfoga la sua rabbia su di lei chiamandola 'patetica', deridendola. E' il rifiuto che lo porta a diventare cattivo. Non si scusa mai per il comportamento, ma alla fine riesce a conquistarla."
Molly Ringwald menziona, inoltre, la scena di Un compleanno da ricordare in cui il personaggio di Jake usa la sua ragazza ubriaca, Caroline, cedendola per i bisogni sessuali dell'amico in cambio della biancheria di Samantha. L'attrice ha intervistato la sua ex costar Haviland Morris, interprete di Caroline, sulla scena in questione. Ecco la sua risposta: "Senza dubbio non viene mostrato un comportamento responsabile da entrambe le parti, ma non è una violenza vera e propria. Dall'altro lato è stata scambiata per della biancheria... Ah, John Hughes."
Il saggio, pubblicato pochi giorni fa, ha diviso l'opinione pubblica. In molti hanno accusato l'attrice di criticare un artista defunto che non può difendersi, mentre altri hanno sposato la sua visione dialettica sulla questione. E la polemica continua....
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