Mission: Impossible 7 ha fornito a Tom Cruise la possibilità di far ripartire a pieno regime la macchina hollywoodiana nonostante il dilagare della pandemia da Covid. In occasione di un'intervista con Empire, il celebre volto di Ethan Hunt ha parlato della sfuriata di cui si è discusso nei mesi scorsi e del clima "infuocato" che si è respirato sul set del suo nuovo film.
Tra rispetto dei protocolli anti-Covid e necessità di contenere quanto più possibile il budget di produzione del film, le riprese di Mission: Impossible 7 sono finite più volte al centro dell'attenzione mediatica. Particolare scalpore ha destato la sfuriata di Tom Cruise contro i membri della crew che non rispettavano i protocolli anti-Covid sul set del film. A questo proposito, l'attore ha parlato della necessità di far ripartire l'industria e del clima ad alta tensione che si respirava durante le riprese: "Ho prodotto dai trenta ai quaranta film e sono stato responsabile del lavoro di migliaia di persone. Tantissimi miei amici nell'ambito del settore distributivo mi chiedevano cosa fare per evitare di perdere la loro occupazione e io promettevo a tutti, puntualmente, che le cose sarebbero andate per il verso giusto e che saremmo tornati in pista".
Al centro dell'intervista dell'attore con Empire c'è stata la celebre sfuriata sul set del suo ultimo film quando Tom Cruise ha urlato nei confronti di alcuni membri della crew di Mission: Impossible 7 colpevoli di non aver rispettato le linee guida anti-Covid. Come riportato da Cinema Blend, Cruise ha dichiarato: "Sono state giornate di lavoro più che intenso. Si lavorava continuamente e dovevo essere responsabile per tutti quanti sul set".
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Proprio oggi, inoltre, Tom Cruise si è aggiunto al coro di voci illustri che si stanno scagliando contro l'Hollywood Foreign Press: l'attore ha deciso di riconsegnare i Golden Globe vinti nel corso della sua carriera. Secondo quanto riportato da Deadline, la decisione è legata a un segno di protesta nei confronti della mancata attenzione relativa all'etica professionale e alla composizione demografica da parte dell'organizzazione composta dai giornalisti stranieri che lavorano a Los Angeles.