Paramount ha deciso di fare causa alla compagnia assicurativa che era stata scelta per occuparsi di Mission: Impossible 7. Lo studio sostiene che l'assicurazione non avrebbe coperto le perdite causate dalla pausa forzata delle riprese, dovuta ad alcuni casi di positività al Covid-19,
Gli avvocati dello studio hanno sostenuto che sono stati violati i termini del contratto.
La produzione di Mission: Impossible 7 era stata interrotta nel febbraio 2020 e successivamente a marzo e due volte nel mese di ottobre a causa di alcuni casi di positività e all'impossibilità di girare in Italia per le disposizioni del governo.
Nonostante la sfuriata di Tom Cruise che aveva chiesto di rispettare tutte le regole per evitare contagi sul set, il nuovo capitolo del franchise action ha comunque dovuto fare i conti anche nel 2021 con casi di positività tra i membri del cast e della troupe e un periodo di quarantena da rispettare di circa dieci giorni imposto dal governo britannico, arrivando così a ben sette pause nella produzione della nuova avventura di Ethan Hunt.
Gli avvocati sostengono che le perdite subite a causa delle restrizioni imposte nelle varie location, dell'assenza per malattia dei membri del cast e della necessità di seguire i protocolli dovrebbero essere coperte dal contratto la Federal Insurance Company. La compagnia assicurativa però, avrebbe raggruppato alcune situazioni in un'unica categoria per cui è previsto un rimborso e si sarebbe rifiutata di coprire altre spese, versando circa 5 milioni di dollari, cifra che rappresenta solo una minima percentuale di quanto lo studio pensava di poter recuperare grazie all'assicurazione da circa 100 milioni firmata prima dell'inizio del lavoro.
Ora bisognerà attendere per scoprire se il giudice darà ragione alla Paramount e la produzione riuscirà ad ammortizzare alcuni dei costi.