Mike Tyson si è scagliato via social media contro la miniserie di Hulu che racconterà la sua vita, con parole ancora più dure rispetto a quelle pronunciate in passato sulla questione.
L'ex puglie ha infatti condiviso la sua opinione in alcuni post in cui invita i suoi fan a non vedere il progetto, composto da otto episodi, in arrivo sugli schermi americani il 25 agosto e che sarà disponibile in Italia, su Disney+, dall'8 settembre.
Nelle puntate è Trevante Rhodes a interpretare Mike Tyson mentre affronta problemi di ogni tipo nella sua vita privata e sul ring. Nel cast di Mike ci saranno anche Harvey Keitel nel ruolo dell'allenatore di Tyson, Cus D'Amato; Laura Harrier che sarà la prima moglie dello sportivo, l'attrice Robin Givens; Russell Hornsby nei panni del promoter Don King; e Li Eubanks nel ruolo di Desiree Washington, la giovane che all'inizio degli anni '90 ha portato Tyson alla condanna per stupro.
L'ex pugile ha quindi scritto online: "Non lasciatevi ingannare da Hulu. Non sostengo la loro storia sulla mia vita. Non è il 1822, è il 2022. Hanno rubato la storia della mia vita e non mi hanno pagato. Per i manager di Hulu sono solo un ne**o che possono vendere all'asta". Nella didasclia Mike Tyson ha inoltre aggiunto: "Hulu è la versione streaming del proprietario di schiavi. Hanno venduto la mia storia e non mi hanno pagato".
In un post precedente lo sportivo aveva aggiunto: "Hulu ha provato disperatamente a pagare mio fratello Dana White milioni di dollari senza offrirmi un dollaro per promuovere il loro approccio da proprietari di schiavi sulla mia vita. Ha rifiutato perché onora l'amicizia e tratta le persone con dignità. Non dimenticherò mai ciò che ha fatto per me proprio come non dimenticherò mai quello che Hulu mi ha rubato".
La showrunner di Mike, Karen Gist, ha recentemente dichiarato: "Volevamo raccontare una storia in modo obiettivo e sarà il pubblico a decidere cosa pensare o provare. L'obiettivo è mettere alla prova ciò che le persone pensano di sapere su Mike e sperare che alla fine abbiano qualcosa in più su cui pensare. Che si apprezzi o che si odi, questa storia vi porta a chiedervi quanto la società sia stata complice? Quella era l'intenzione, il punto di riferimento degli autori mentre stavamo delineando le storie".