Francesca Neri ricorda Massimo Troisi a 25 anni dalla scomparsa dell'attore e regista in un'intervista concessa a Il Messaggero nella quale ha condiviso anche un ricordo doloroso su Il Postino.
Francesca Neri fu la splendida co-protagonista del film Pensavo fosse amore... invece era un calesse e di Massimo Troisi ricorda la creatività, la fragilità, la riservatezza e l'ironia: "Mi aveva scoperta nel film erotico di Bigas Luna, Le età di Lulù e scherzando, mi disse che voleva diventare un sex symbol come me. In realtà aveva visto nei miei occhi la sua stessa malinconia. Diventammo subito amici."
Del loro film girato insieme, Francesca Neri ricorda una battuta, che poi è una delle più celebri frasi dei film di Massimo Troisi: "Io credo che un uomo e una donna siano le persone meno adatte a sposarsi tra di loro, troppo diversi." Una frase, che secondo l'attrice "riflette bene la filosofia di Massimo sulla coppia: lui mi disse che all'inizio di ogni storia d'amore desiderava sposarsi e avere figli, ma poi finiva puntualmente per ricredersi." Per Troisi, secondo Francesca Neri "Le donne sono troppo gelose, possessive ed esigenti e lui non si sentiva alla loro altezza. Ma gli piacevano da morire e, sapendo forse che gli restava poco da vivere, non si negava delle conquiste. Quando l'ho conosciuto si stava lasciando con Clarissa Burt, che non sopportava il suo successo con le ragazze."
"Era la persona più fragile e più creativa con la quale abbia mai lavorato" - sottolinea Francesca Neri, che ha anche un bel ricordo della lavorazione del film - "Sul set non c'è mai stata una tensione, un'arrabbiatura, un litigio. Lo amavano tutti" - dell'affetto travolgente dei fan e dell'incontro con Pino Daniele che arrivò in albergo per proporre a Massimo Troisi Quando, il brano legato a Pensavo fosse amore... invece era un calesse, che poi ebbe un grande successo.
Per quanto riguarda le rispettive carriere, Francesca Neri ricorda che pur essendo un po' "geloso" di Carlo Verdone, Troisi le consigliò di girare Al lupo, al lupo con lui, rifiutando Puerto Escondido e un film di Pupi Avati. Lui invece, pur essendo felice di aver fatto Non ci resta che piangere, "moriva dalla voglia di fare film "seri" e magari sfondare a Hollywood". Il successo americano in effetti è arrivato, ma postumo, insieme ad una candidatura agli Oscar che forse neanche lui avrebbe immaginato agli inizi della sua carriera.
"L'ultima volta che l'ho visto" - ricorda Francesca Neri - "fu negli ultimi giorni della sua vita, a Ostia, a casa di sua sorella Annamaria, dove sarebbe morto. Per questo non sono mai riuscita a vedere Il Postino. Mi fa troppo male"