L'acclamato ma controverso M. Night Shyamalan ha spiegato perché pensa che i suoi film spesso non piacciano ai critici.
L'esperto regista, produttore e sceneggiatore è attualmente una figura molto influente nel cinema del XXI secolo, soprattutto quando si tratta di horror e thriller. La sua vasta filmografia vanta un incasso cumulativo di 3,3 miliardi di dollari a livello globale.
Nonostante l'enorme successo commerciale, Shyamalan, tuttavia, nel corso degli anni ha spesso ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica.
In una recente intervista, il regista ha spiegato perché secondo lui alcuni dei suoi progetti non sono stati accolti bene. Parlando in particolare di Lady in the Water, il suo thriller fantasy del 2006 che è stato stroncato dalla critica, ha affermato che ciò che molti hanno visto come "caos", per lui è una sorta di "jazz". Shyamalan ha anche aggiunto di essere un immigrato e che il fatto di non raccontare storie di immigrati probabilmente ha contribuito all'astio della critica nei confronti dei suoi film.
M. Night Shyamalan: "Ecco perché non faccio più sequel"
"Sono un immigrato, in fin dei conti, e non racconto storie di immigrati. A volte mi sembra che sarebbe più facile da digerire se facessi film su matematici indiani o qualcosa del genere. Allora avrei il beneficio del dubbio".
A dire il vero, la carriera di Shyamalan era iniziata col botto, grazie proprio all'ampio consenso ricevuto dalla critica per Il sesto senso, Unbreakable, Signs e soprattutto The Village, considerato il suo capolavoro. Tuttavia, negli anni successivi ha inanellato una pericolosa sequenza di flop (Lady in the Water, Avatar - L'ultimo dominatore dell'aria, After Earth) che ne hanno messo a repentaglio la reputazione.
Si è fortunatamente ripreso con film più piccoli come The Visit, Split e Glass (questi ultimi due continuazione di Unbreakable) e negli anni recenti con thriller sofisticati come Old e Bussano alla porta. Il suo nuovo film, Trap, arriverà nelle sale italiane il 7 agosto prossimo.