A sette anni dall'uscita al cinema, lo sceneggiatore de L'Uomo d'acciaio, David S.Goyer, ha rivelato le motivazioni per la scena finale del film e l'esistenza di un finale alternativo in cui Superman non è costretto a uccidere Zod, una soluzione che avrebbe permesso di mantenere la vera natura del supereroe.
Durante un'intervista con Collider, David S. Goyer si è pronunciato sul motivo per cui Superman ha dovuto compiere quel gesto nel film, nonostante nei fumetti il supereroe sia famoso per non uccidere mai i suoi nemici. Lo sceneggiatore ha svelato un finale alternativo, in cui il protagonista avrebbe agito diversamente:
"C'era uno di quei cryopod sulla nave che avrebbero finito per diventare la Fortezza della Solitudine in cui Superman sarebbe stato in grado di mettere Zod e poi buttarlo nello spazio. Ne abbiamo parlato e forse alcune persone ne sarebbero state più felici, ma mi è sembrato un semplice pretesto per la storia che stavamo raccontando"
La spiegazione per quello che poi è realmente accaduto ne L'uomo d'acciaio è arrivata prontamente, infatti David S. Goyer ha spiegato che Superman non poteva agire in altro modo perché si trovava in una situazione difficile, la cui unica via d'uscita era uccidere Zod:
"Non è affatto consapevole dei suoi poteri. Si è imbattuto in qualcuno che ha detto 'Non mi fermerò. Non puoi mandarmi in prigione. Non mi fermerò mai'. Volevamo metterlo in stallo. Si trovava in una posizione terribile e ha giurato di non farlo mai più. Non è uscito dalla rabbia, è stato costretto a farlo."
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Di certo, il finale alternativo di cui ha parlato lo sceneggiatore de L'Uomo d'acciaio non avrebbe avuto lo stesso impatto di quello più controverso poi inserito nel film, sicuramente più in linea con la voglia di rendere Superman più realistico dei fumetti.