"Non dobbiamo aver paura di parlare della realtà" - a proposito de L'immortale e dei rischi di emulazione che il film di Marco D'Amore, così come la serie da cui è tratto, Gomorra, il produttore Riccardo Tozzi non ha incertezze e come lui anche Nicola Maccanico.
"Della questione dell'emulazione se ne è già ampiamente parlato" - spiega Tozzi a proposito di una delle critiche più spinose che spesso vengono rivolte a Gomorra (e inevitabilmente allo spinoff su Ciro di Marzio) - "In genere sono gli artefatti che si ispirano alla realtà, non viceversa, e per questo non dobbiamo aver paura di parlare della realtà. Il senso della morte che domina nel nostro film non è assolutamente esaltante, nessuno vorrebbe condurre quel tipo di vita. Gomorra vuole fare epica senza però fare apologia."
Se i boss, specie quelli più giovani, si ispirano alla cultura pop e a modelli come Scarface e i film di Tarantino, come spiega Roberto Saviano nel saggio che ha dato origine ad una serie di successo e al film attualmente in sala - a proposito qui potete leggere la nostra recensione de L'immortale - un film o una serie come Gomorra non vogliono esaltare quel modello di vita. "Il concetto di emulazione va un po' attualizzato e per farlo dobbiamo riflettere sul ruolo del cinema oggi" - ha spiegato Nicola Maccanico - "Il cinema implica riflessione e pensiero, quindi non da spazio all'emulazione. I mezzi che potrebbero farlo sono di certo altri."
L'ultima stagione di Gomorra, così come le precedenti, è stata accompagnata dalle immancabili critiche in merito all'emulazione, sollevate anche dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris e da due sparatorie avvenute proprio a cavallo della messa in onda della serie, nelle quali sono rimasti coinvolti due bambini.
L'immortale è in sala dal 5 dicembre.