Massimo Boldi ha ricordato l'accordo raggiunto con Pupi Avati per interpretare il protagonista di Lei mi parla ancora, spiegando cosa è andato storto e perché il regista è stato scorretto con lui, assegnando infine la parte a Renato Pozzetto.
Questa sera andrà in onda, per la prima volta in assoluto, il nuovo film di Pupi Avati, Lei mi parla ancora, tratto dall'omonimo romanzo scritto nel 2014 da Giuseppe Sgarbi, padre del critico d'arte Vittorio Sgarbi. A trasmetterlo in esclusiva sarà Sky Cinema e tutti gli abbonati al servizio avranno l'opportunità di vedere all'opera Renato Pozzetto, impegnato in un ruolo che però, non tutti sanno, era stato originariamente assegnato a Massimo Boldi, come lui stesso ha raccontato di recente in un'intervista sulle pagine di Libero.
L'attore milanese, che con Pozzetto ha condiviso il set de Il ragazzo di campagna, ha raccontato come è nato tutto ed ha quindi espresso il proprio rammarico per quello che sembra essere stato un dietrofront improvviso di Pupi Avati. "Due anni fa mi chiama Pupi Avati, con cui avevo già lavorato nel 1996 per Festival. Mi ha proposto di interpretare il papà di Sgarbi in un nuovo film", ha spiegato Boldi, continuando: "Ero entusiasta, ho letto la sceneggiatura ed era molto commovente e scritta bene. Quindi gli ho detto 'Facciamolo!'".
L'attore ha poi raccontato che suo fratello Fabio, produttore, si accordò con Rai Cinema per la distribuzione del film - di cui abbiamo parlato nella recensione di Lei mi parla ancora - e lui iniziò a fare la prova costumi, con Vittorio Sgarbi che già aveva iniziato a chiamarlo "papà" per via della somiglianza tra l'attore e suo padre. "Non avevo ancora siglato un contratto con la produzione, per me bastava la parola data, la stretta di mano con il regista", ha detto Boldi a Libero, arrivando a raccontare ciò che è andato storto: "Lo scorso anno Avati mi disse di voler iniziare le riprese nella stessa settimana in cui iniziavano quelle di In vacanza su Marte. Gli spiegai il mio impegno, rinnovandogli la mia disponibilità per il suo film, e da quel momento iniziò una lotta silenziosa e serrata. Non ne seppi più nulla, poi a metà luglio mi ha chiamato Renato Pozzetto e mi ha detto 'Farò un film con Avati, interpreterò il papà di Sgarbi'. Io ero davvero contento per lui e lo sono tutt'ora ma Pupi è stato scorretto, non mi ha mai avvisato. Anche Sgarbi è rimasto dispiaciuto".