La regina degli scacchi, Anya Taylor-Joy: "Ecco come ho imparato a giocare a scacchi"

Durante un'intervista relativa a La regina degli scacchi Anya Taylor-Joy ha descritto il metodo che ha utilizzato al fine di imparare a giocare come una professionista prima dell'inizio delle riprese dell'amata serie Netflix.

Intervistata da Entertainment Weekly, Anya Taylor-Joy, protagonista de La regina degli scacchi, ha detto di essersi identificata sin da subito con il personaggio di Elizabeth "Beth" Harmon e ha anche rivelato quale tecnica è stata costretta ad adottare al fine di imparare a giocare a scacchi come una vera professionista.

Queens Gambit 2
La regina degli scacchi: Anya Taylor-Joy in una foto della serie

"È il personaggio che ho sentito più vicino a me da quando recito", ha dichiarato la Taylor-Joy. "L'ho compresa immediatamente e mi ci sono avvicinata così rapidamente che ad un certo punto la situazione è diventata quasi difficile da gestire: spesso quando Beth doveva affrontare una brutta giornata... beh, in un certo senso, dovevo affrontarla anch'io."

Queens Gambit
La regina degli scacchi: Anya Taylor-Joy nella serie

L'attrice si è presto resa conto di non avere molta confidenza con gli scacchi prima dell'inizio delle riprese della serie quindi ha deciso di allenarsi con l'insegnante di scacchi di fama mondiale Bruce Pandolfini, al fine di imparare le basi. Purtroppo però, a causa della complessità del gioco, ha dovuto memorizzare le sue mosse come una coreografia, prima di ogni scena, per l'intera durata delle riprese.

Al momento X/Twitter ha dei problemi
e non è possibile caricare il post

"Per me era importante capire bene le regole e il gioco degli scacchi in generale", ha rivelato Anya Taylor-Joy. "Non mi è mai passato per la testa che potessi presentarmi sul set de La regina degli scacchi senza sapere neanche di che cosa stavo parlando, d'altro canto mi sono presto resa conto che non potevo tenere tutte quelle sequenze nella mia testa senza impazzire. Quindi ho imparato a memoria le partite, me le studiavo cinque minuti prima di ogni scena e le vedevo, nella mia testa, come una vera e propria coreografia di danza per le mie dita".