La versione di Killers of the Flower Moon nei cinema italiani da domani sarà molto diversa da quella che Martin Scorsese ha tentato di portare sul grande schermo la prima volta. Originariamente, Scorsese e il co-sceneggiatore Eric Roth avevano pianificato di adattare più fedelmente l'omonimo libro di David Grann del 2017 firmando una sceneggiatura lunga oltre 200 pagine, che "richiedeva quattro ore e mezza solo per leggerla".
La prima versione di Killers of the Flower Moon adottava il punto di vista degli agenti dell'FBI che indagavano su una serie di omicidi nella nazione Osage negli anni '20. Scorsese ha recentemente dichiarato alla rivista Sight & Sound che questa prima sceneggiatura "era lunga oltre duecento pagine. Una sera abbiamo fatto una grande lettura: io, Leo, Eric e mia figlia. Le prime due ore sono passate discretamente, ma le seconde due ore si sono fatte sentire. Avevamo davvero esaurito le energie nella storia, e volevo raccontare sempre di più di quei fatti, volevo fare più divagazioni, andare per la tangente, per così dire, aprire altre parentesi che per me erano importanti".
Per Scorsese, il primo tentativo di scrivere il film è fallito perché si trattava di un thriller procedurale canonico in cui gli agenti dell'FBI cercano di risolvere alcuni omicidio.
"Questi ragazzi arrivano da Washington, e nel momento in cui scendono dal treno, nel momento in cui entrano in quella città, ti guardi intorno e vedi Bob De Niro, vedi quello e quell'altro e pensi, 'So chi è stato'" ha spiegato Scorsese al New Yorker. "Il pubblico è molto più avanti di noi. Mi sono detto, "Guarderemo per due ore e mezza questi ragazzi che indagano'. Nel libro funziona, ma non era ciò che volevo fare io. Non so come farlo. Non so come realizzare la trama. Non so dove mettere la penna. E così ho detto, 'Che diavolo facciamo?' Quindi abbiamo provato, provato e riprovato".
Tradire l'originale per raccontare una storia che non fosse di soli maschi bianchi
Scorsese ha, così, modificato la narrazione per concentrarsi maggiormente sulla storia d'amore tra l'ex eroe di guerra Ernest Burkhart (DiCaprio) e Mollie Kyle (Gladstone). Nella prima versione, lo stesso DiCaprio avrebbe dovuto interpretare il capo dell'FBI Tom White. Come ha rivelato il regista all'Irish Times, è stato proprio il suo attore feticcio a chiedergli di cambiare il punto di vista dopo due anni di prove:
"Io ed Eric Roth pensavamo di raccontare la storia dal punto di vista degli agenti dell'FBI che venivano a indagare. Dopo due anni di lavoro sulla sceneggiatura, Leo venne da me e mi chiese, 'Dov'è il cuore di questa storia?'. Avevo avuto incontri e cene con gli Osage e ho pensato, 'Bene, ecco la storia'. La vera storia, secondo noi, non veniva necessariamente dall'esterno, dal Bureau, ma piuttosto dall'interno, dall'Oklahoma".
Come rivela la nostra recensione di Killers of the Flower Moon, il film è basato sull'omonimo libro di David Grann e ruota attorno a una serie di delitti verificatisi tra i membri della tribù Osage negli anni '20, che casualmente accadono quando il petrolio viene scoperto nella loro terra tribale. Nel cast Leonardo DiCaprio, Lily Gladstone, Robert De Niro e Jesse Plemons.
Killers of the Flower Moon arriva nei cinema italiani oggi, 19 ottbre.