Karl Lagerfeld è morto, a 85 anni (dichiarati) si è spento nella sua casa parigina il direttore creativo di Chanel e Fendi, soprannominato "Kaiser Karl", l'ultimo vero imperatore del mondo della moda. A dare la triste notizia che ha subito fatto il giro del mondo è stato il magazine francese Closer, proprio nel giorno in cui si inaugura la Fashion Week milanese.
Le origini
Stilista, fotografo, costumista (ha creato personalmente tutte le giacche indossate da Cate Blanchett in Blue Jasmine), occasionalmente attore (ma sempre nei panni di se stesso perchè, come diceva, si presentava sempre, già, indossando la sua maschera), icona pop, vera rockstar della moda, Karl Lagerfeld era nato in Germania in un anno non ben precisato: ha sempre giocato sulle date e sulle sue origini, affermando di essere venuto alla luce nel 1935 e poi forse nel 1938, lasciando poi la conferma alle parole di un vecchio compagno di classe nato, come lui, nel 1933. Figlio di un imprenditore di prodotti caseari e di una commessa, Lagerfeld ha sempre dichiarato di avere in realtà origini nobili, neanche a dirlo mai confermate. A 14 anni si trasferisce con la mamma a Parigi per studiare arte e disegno e dare libero sfogo a un innato talento, che lo porta, nel 1954, a vincere il Woolmark Prize con il disegno di un cappotto. Sarà l'inizio della sua fortuna e di una delle più grandi rivalità della sua carriera: quella con Yves Saint Laurent, con cui deve spartire il primo premio. Assistente di Pierre Balmain e Jean Patou, la svolta nella sua carriera arriva nel 1963 quando, dopo aver fatto indignare le giornaliste e le signore dell'haute couture per i suoi orli sempre più corti e le sue scollature, Lagerfeld viene assunto dalla maison Chloè che si innamora del suo stile sexy e romantico.
Fendi e Chanel
Kaiser Karl ottiene il suo primo vero incarico importante nel 1965, quando la maison romana Fendi lo sceglie come direttore creativo e gli fa firmare un contratto a vita. Gli impegni crescono insieme alla fama: nel 1974 fonda brand che ancora oggi porta il suo nome, ma la svolta vera e propria è datata 1983, quando i vertici di Chanel, attirati dalle sue creazioni sempre attente ai bisogni e agli stimoli della contemporaneità, chiamano Karl Lagerfeld alla direzione della maison di moda più famosa al mondo. Gli amici gli sconsigliano di accettare, Coco è morta da 10 anni e la clientela di Chanel, in drastica diminuzione, non accetterebbe mai uno stile diverso da quello che imposto dalla sua fondatrice. Lagerfeld, però, è attirato dalle sfide e, convinto anche da un contratto milionario, decide di mettere il proprio genio, il proprio spirito punk al servizio di Chanel: studia uno per uno i simboli che hanno reso celebre la maison nel dopoguerra, li manipola, li destruttura e li ricostruisce fino a quando, celebrato dalla stampa di tutto il mondo, riesce a riportare Chanel nell'empireo della moda.
Sono anni di soddisfazioni ma anche di strazio emotivo: nel 1989, all'apice della sua carriera, viene a mancare il solo compagno che Karl Lagerfeld abbia mai pubblicamente presentato, il dandy Jacques de Bascher. Da allora si sono rincorsi spesso nomi di possibili amanti, quasi sempre molto più giovani (come il modello Baptiste Giabiconi, suo protetto), ma Kaiser Karl ha concesso solo a un'altra creatura di comparire nelle cronache al suo fianco: la gatta Choupette, che non è soltanto una star dei social ma anche erede di una cospicua fortuna monetaria. Nel 2013, durante un'intervista alla TV francese, Lagerfeld è arrivato ad affermare che, se fosse esistito il matrimonio tra uomo e animale, non avrebbe esitato a sposare la sua gatta, di cui era completamente innamorato e che aveva il grande pregio di averlo reso una persona meno egoista.
Karl Lagerfeld icona pop
Mai travolto da una fama indiscussa a livello mondiale, Karl Lagerfeld ogni tanto esce dalle sue stanze d'avorio senza paura di "sporcare" un'immagine legata a doppio filo all'elitario mondo dell'haute couture, cosciente di un successo che si mantiene intatto attraverso i decenni proprio per il suo status di icona pop . Nel 1989 fa entrare la macchina da presa di Francis Ford Coppola direttamente nella "casa" di Chanel a Parigi per l'episodio La vita senza Zoe del film corale New York Stories, nel 2001 partecipa con entusiasmo al film Zoolander, naturalmente nella parte di se stesso, nel 2004 firma la prima collezione di H&M creata da un grande designer (sebbene ha da ridire per il fatto che il colosso svedese produce i suoi modelli fino alla taglia 48!), nel 2006 ripete con successo l'esperienza al cinema apparendo in Una top model nel mio letto. Nel 2015 Julie Delpy gli chiede di prendere parte al suo film Lolo - Giù le mani da mia madre e la sua risposta non può che essere ancora sì. E poi documentari sull'arte e sulla moda - come quelli su Helmut Newton e Valentino: L'ultimo imperatore, come Mademoiselle C del 2013 sull'ex direttrice di Vogue Francia Carine Roitfeld- e poi i costumi per per i tour di Madonna e Kylie Minogue, il servizio fotografico con Marilyn Manson, addirittura un reality show nel 2005 per la tv francese dal titolo inconfondibile: Signè Chanel.