Justin Baldoni, dopo le accuse di Blake Lively la sua agenzia lo scarica

La decisione è stata presa dai vertici della WME dopo la denuncia per molestie sessuali e ritorsioni presentata venerdì scorso da Blake Lively.

Justin Baldoni

Justin Baldoni è stato scaricato dalla sua agenzia, WME. La decisione, presa sabato mattina dai vertici della società di management, è legata in parte alla denuncia per molestie sessuali e ritorsioni presentata venerdì scorso da Blake Lively, co-protagonista e collega produttrice di It Ends With Us - Siamo noi a dire basta, film diretto e prodotto da Baldoni.

Il film, prodotto dai Wayfarer Studios, è un adattamento del libro di Colleen Hoover e affronta il tema della violenza domestica. Al momento, l'agenzia non ha risposto alle richieste di commento inviate dal giornale Deadline.

Le accuse di Blake Lively

Venerdì scorso, Blake Lively ha intentato causa contro Baldoni. L'attrice ha presentato un reclamo al Dipartimento per i Diritti Civili della California, avanzando 10 domande contro Baldoni, Wayfarer Studios e altre persone coinvolte nel film. Le accuse comprendono molestie sessuali e un tentativo coordinato di distruggere la sua immagine pubblica.

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Siamo noi a dire basta: un'immagine di Brandon Sklenar

Nel dettaglio, Lively denuncia un "ambiente di lavoro ostile", che avrebbe addirittura messo a rischio la produzione del film. Inoltre, l'attrice ha parlato di una campagna di "Astroturfing" lanciata contro di lei da Baldoni e dalla sua società, soprattutto dopo l'uscita del film.

La denuncia riporta anche episodi specifici accaduti sul set, tra cui discussioni tra Baldoni e il produttore Jamey Heath riguardo a presunte "dipendenze da pornografia", così come altre conversazioni che includevano "esperienze personali con il sesso" e commenti inappropriati, tra cui descrizioni dei propri genitali e toccamenti fisici. Tra le accuse, Lively fa anche riferimento alla diffusione di video e immagini di donne nude sul set, incluse quelle della moglie di Heath.

L'attrice accusa inoltre Baldoni di aver fatto richieste inopportune al suo allenatore, chiedendo di rivelare il peso di Lively, e di aver aggiunto scene di sesso e atti sessuali espliciti alla sceneggiatura, senza il suo consenso.

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Siamo noi a dire basta: una foto del dietro le quinte del film

Baldoni ha risposto tramite il suo avvocato, che ha definito le accuse "vergognose" e "categoricamente false". Secondo la difesa, le affermazioni di Lively e dei suoi rappresentanti sarebbero un tentativo di "rimediare" alla reputazione negativa dell'attrice, che sarebbe stata causata dalle sue stesse dichiarazioni durante la promozione del film.