Il sonoro flop di Agente 007, L'uomo dalla pistola d'oro, nono film della longeva saga di James Bond, ha rischiato di causare lo stop del franchise spionistico che ci accompagna da decenni.
Per lungo tempo la saga di James Bong ha registrato solo successi al botteghino. Nel 1964 il trionfo di Agente 007, missione Goldfinger ha trasformato il franchise in un successo cinematografico da custodire negli anni, come hanno subito intuito i produttori Harry Saltzman e Albert R. Broccoli. La perdita della star Sean Connery, uscita dal franchise nel 1967, non ha interrotto la saga anche se il debutto di George Lazenby in Agente 007, al servizio segreto di sua maestà ha causato i primi sentori di stanchezza nel pubblico.
Da quel momento in poi il successo economico e di critica dei film su James Bond ha cominciato a fluttuare. Saltzman, Broccoli e EON Productions hanno cominciato a muoversi su un terreno instabile. Il ritorno di Sean Connery in Agente 007, una cascata di diamanti (1971) è stato accolto con gioia dal pubblico e ha permesso di tamponare le perdite, ma il suo rifiuto a proseguire ha causato nuove difficoltà per i produttori che hanno deciso allora di puntare su Roger Moore, celebre interprete della serie tv Il santo.
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Agente 007 - Vivi e lascia morire (1973) ha curato un po' di malessere lasciato dai suoi predecessori e ha incassato 161 milioni diventano il primo incasso della saga di Bond fino a quel momento. Poi però è arrivata la battuta d'arresto con Agente 007, l'uomo dalla pistola d'oro.
Sulla carta, Agente 007, L'uomo dalla pistola d'oro aveva i soliti ingredienti che hanno determinato il successo degli altri capitoli della saga e in più conteneva alcune sorprese. EON si era assicurata la collaborazione di talenti come il regista Guy Hamilton, lo sceneggiatore Richard Maibaum e il compositore John Barry, oltre al co-sceneggiatore Tom Mankiewicz, che aveva lavorato ai due precedenti capitoli di Bond. La svedese Britt Ekland e la star Christopher Lee nel ruolo del villain arricchivano un'avventura asiatica che fondeva inseguimenti automobilistici e sparatorie a duelli di arti marziali, chiaro rimando al successo dei film di Bruce Lee. A quanto pare, però, tutto questo non era sufficiente a garantire il successo del film.
Uscito nel dicembre 1974, Agente 007, L'uomo dalla pistola d'oro si è rivelato un flop cocente causando una perdita di 70 milioni. La critica si è accanita contro lo humor camp presente nel film e contro i combattimenti poco realistici massacrando la pellicola. Il risultato è che il film ha segnato una battuta d'arresto nel franchise costringendo i produttori a ripensare interamente il progetto e spingendo Harry Saltzman a vendere la sua quota nel franchise per ripianare i propri debiti con una banca svizzera.
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