Daenerys è uno dei personaggi più amati de Il Trono di Spade ma l'autore della sua statua di cera non deve esattamente nutrire lo stesso sentimento, oppure deve ammirare di più John Travolta! Da cosa si deduce? Provate a dare un'occhiata alla raffigurazione che ne ha fatto e che è conservata nel National Wax Museum di Dublino.
La statua di cera in questione è talmente lontana dall'immagine della "vera" Daenerys Targaryen (Emilia Clarke) da aver fatto subito scatenare l'ilarità dei fan che, per l'occasione, le hanno affibbiato nuovi soprannomi. La khaleesi è così rimasta la Prima del suo nome, la distruttrice di catene e la madre dei draghi ma è anche diventata Impersonator of Legolas, Constipated Galadriel e Leftover John Travolta (che in italiano suonerebbe come una sorta di sosia di Legolas, costipata Dama Galadriel e resti di John Travolta).
A molti infatti la statua di Daenerys ha ricordato il personaggio di Orlando Bloom ne Il Signore degli Anelli, ma Tolkien è stato chiamato diverse volte in causa soprattuto per la somiglianza con altri elfi uomini come Thanduil e Haldir. Naturalmente i divertiti commentatori su Twitter si son fatti subito prendere la mano e le canzonature alla Daenerys di cera sono diventate la rassegna delle brutte raffigurazioni di personaggi famosi (reali e non) in giro per il mondo. In vetta ci sono naturalmente il famoso busto d'oro di Cristiano Ronaldo all'aeroporto di Madeira e la bambola di porcellana ispirata a Lady Diana.
A generare più ilarità è stata senza dubbio la parrucca, che sembra comprata in una specie di discount di parrucche, ma che dire delle sopracciglia indisciplinate che qualcuno ha paragonato a quelle di Martin Scorsese? Tanto più che non è certo la prima volta che un'esposizione a tema Il trono di spade viene così abbondantemente criticata nello stesso museo: era successo con riproduzione della Hall of Faces della Casa del Bianco e del Nero, ottenuta mettendo in fila semplicemente delle teste di cera di ricambio presenti nei magazzini. E anche in quel caso gli irlandesi avevano fatto sentire online la propria voce contraria e le proprie sonore risate.