Il Trono di Spade ha perso qualcosa senza libri: sono in molti a pensarlo ma se a dirlo è Varys, o meglio il suo interprete, Conleth Hill, allora la cosa si fa immediatamente più seria.
L'attore ha ammesso di essere stato piuttosto deluso per come i due sceneggiatori, David Benioff e D.B. Weiss, hanno reso il suo personaggio. In particolare si è lamentato del fatto che sia stato messo in un angolo dopo la sesta stagione, proprio nel momento in cui è venuta a mancare la base dei libri di George R.R. Martin e si è rammaricato soprattutto di non aver potuto avere un ultimo incontro con quella che era in fondo la sua nemesi: Ditocorto.
Queste dichiarazioni, emerse durante una intervista per Entertainment Weekly, da parte Conleth Hill non faranno altro che aumentare le polemiche in merito all'ottava stagione del Il trono di spade che con l'episodio andato in onda tra domenica e lunedì ha scatenato un vespaio di polemiche per alcune scelte decisamente scioccanti. Avvertiamo i lettori che d'ora in avanti ci saranno alcuni spoiler per cui, chi non ha visto l'episodio - qui potete leggere la nostra recensione senza che vi venga svelato nulla sulla trama - è meglio che si fermi qui.
In The Bells Varys è morto dopo che sono stati scoperti i suoi piani per rovesciare Daenerys Targaryen, ormai sempre più avulsa da tutto e tutti e in procinto di scatenare la sua furia di fuoco verso Approdo del Re. In questo frangente, il ruolo di fine tessitore del Maestro dei sussurri è sempre stato marginale, diversamente dal passato. "Penso che abbiano cercato di farlo funzionare e non abbiano potuto farlo a pieno. - Così spiega Hill - Nel complesso sono state straordinariamente positive e brillanti, ma credo che le ultime due stagioni non siano tra le mie preferite. Non posso lamentarmi perché le prime sei stagioni sono state eccezionali e ho avuto delle grandi scene anche nelle ultime due. Ma il mio pensiero è nato quando le cose sono un po' cambiate per il mio personaggio". Il cambiamento a cui fa riferimento e quando la serie ha continuato il suo viaggio senza aver più la base letteraria originaria e molti personaggi sono stati messi ai margini. In particolare Varys e Tyrion Lannister. Cosa che lui stesso rimarca subito dopo.
"In un certo senso, - evidenzia - si è perso quando abbiamo superato i libri di Martin. Quel particolare interesse verso gli "strani" non era più efficace come un tempo. In queste ultime due stagioni ci sono state delle scene fantastiche, ma poi entravo in scena e mi sembrava di dire solo il bollettino meteorologico. Ho pensato che il mio personaggio stesse perdendo le sue conoscenze. Se era un uomo così intelligente e aveva risorse del genere, come mai non sapeva delle cose? Tutto questo ha contribuito al mio sgomento. Adesso capisco che è stato in funzione di un finale nobile e grandioso, ma queste ultime due stagioni sono state frustranti". Si dispiace soprattutto di non aver potuto dividere un ultimo ciak con Petyr Baelish, aka Ditocorto. I due erano un po' i signori dell'intrigo di Westeros, così diversi eppure tanto speculari. "Ero molto amareggiato per non aver potuto avere una scena finale con lui. Senza la possibilità di un confronto con quella che era la mia nemesi in fondo".
Ha anche parole sul suo comportamento nei confronti di Daenerys. La decisione di tradirla è stata: "Nobile, geniale. Ciò che voleva era la persona giusta sul trono, una persona onesta. Lo ha detto tante volte nel corso della serie. E non aveva la distrazione dell'amore o del desiderio, niente di tutto ciò"; mentre per la sua morte ha ammesso di essere in un certo senso ancora in lutto e parecchio disorientato. L'attore ha raccontato di aver provato emozioni contrastanti leggendo la sceneggiatura: "Una parte di me non voleva che finisse. Un'altra parte pensava: Ehi però è molto buona. Un'altra ancora: Oh, no ma fa schifo. Insomma l'ho presa come persona, non come attore o artista. Ho capito solo in quel momento le reazioni degli altri attori che ci erano passati in precedenza. Non puoi fare a meno di sentire che hai fallito in qualche modo, di non essere stato all'altezza delle aspettative. L'unica cosa che ti consola sono le persone che hanno lavorato molto più duramente di te nella stessa barca".
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Ora non resta che aspettare la final season che chiuderà definitivamente, nella notte tra domenica e lunedì, la lunga storia de Il Trono di spade dopo otto stagioni. Sempre su Sky Atlantic e Now Tv. Ed è certo che anche stavolta le discussioni non mancheranno.