Daniel Day-Lewis ha presentato il film Il filo nascosto a New York, insieme al regista Paul Thomas Anderson e le attrici Vicky Krieps e Lesley Manville.
La star, che ha annunciato il suo ritiro dal mondo dello spettacolo, ha rivelato che per interpretare il personaggio di Reynolds Woodcock ha compiuto moltissime ricerche legate al mondo degli stilisti e della moda, tra cui Cristobal Balenciaga, Hardy Amies, Norman Hartnell, Michael Sherard, Digby Morton, Edward Molyneux, Victor Stiebel e John Cavanagh.
Lewis ha inoltre spiegato che il regista ha voluto girare in una delle case in stile georgiano che avrebbe permesso di ricreare l'atmosfera degli anni Cinquanta, scelta che si è rivelata molto impegnativa: "E' stato orribile. Avevamo sperato di trovare un modo per lavorare in modo autonomo, senza rendere conto a nessuno ed essere interrotti. Abbiamo costruito un mondo in cui potevamo essere liberi creare evitando che qualcuno ci entrasse. Ma in questa residenza, che era veramente meravigliosa, abbiamo vissuto un incubo. Vivevamo uno sopra l'altro".
Il premio Oscar ha aggiunto: "Le stanze erano state utilizzate come magazzino. Lavoravi in una stanza in cui dovevi spostare tutte le cose in un'altra e quello spazio diventa un deposito. L'intera casa sembrava un nido di termiti". Rimanere nel personaggio era piuttosto complicato e la troupe non ha particolarmente apprezzato l'atteggiamento dell'attore, che ha scherzato: "E' difficile lavorare con una troupe che ti odia... Abbiamo dovuto essere davvero stupidi perché non ci siamo resi conto di quello che ci stava aspettando".
Leggi anche: Nel nome di Daniel Day-Lewis - 60 anni di ossessione, metodo e istinto
Krieps ha confermato la situazione complicata causata dalle stanze affollate, realtà che l'ha portata ad avere un attacco di panico: "Improvvisamente non riuscivo a respirare. In ogni stanza c'erano cavi, un'energia di un certo tipo che toglieva la possibilità di interpretare bene il tuo personaggio".
Anderson, ammettendo che è stato complicato per la troupe spostarsi all'interno della residenza e salire e scendere le innumerevoli stanze con l'attrezzatura, ha sottolineato però che quel modo di vita era normale tra i designer e che era il modo perfetto per creare l'atmosfera giusta.