Il Joker di Heath Ledger nel film Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan è uno dei personaggi più iconici del cinema, e tra le migliori mai realizzate di questo singolare personaggio. Il film di Nolan non esplora però il passato del clown criminale ed ora l'attore comico Patton Oswalt ha pensato di condividere la sua teoria sulle origini del Joker di Ledger in un lungo post su Facebook.
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Oswalt inizia dicendo che ha sempre apprezzato la teoria per cui Nolan avrebbe immaginato il personaggio come un veterano di guerra affetto da disturbo post traumatico da stress e ritiene che ci siano diversi spunti nel film che sostengono questa lettura: "I riferimenti ad un camion carico di soldati che viene fatto esplodere, la sua familiarità con l'equipaggiamento militare, la sua ingegnosità e precisione nel pianificare tutto fanno pensare che sia un ex soldato delle Forze Speciali che è tornato in patria e vuole vendicarsi". Il tutto è incontestabile, ma Oswalt va oltre e si chiede:
E se non fosse semplicemente un ex-soldato, ma un'ex-spia?
E continua ad elaborare: "Sembra essere molto abile nello scandagliare nella mente della gente, come succede negli interrogatori. Quando si vanta di riconoscere un informatore a vista. Il modo in cui adatta la sua personalità ed i metodi a seconda della persona con cui sta parlando, e sa ESATTAMENTE quale reazione otterrà", e continua elencando i momenti in cui queste cose succedono, ovvero quando Joker prende in giro la virilità di Gamble, quando suscita terrore nel falso Batman, Brian; quando stuzzica il senso di lealtà del poliziotto per i suoi colleghi uccisi in azione; quando affonda gli artigli nella solitudine di Gordon e quando fa appello alla sete di giustizia di Harvey Dent. "Conduce anche un interrogatorio al contrario con Batman quando questo è alla stazione di polizia, per vedere quanto in là è capace di spingersi, cercando di fargli infrangere la sua regola numero uno".
Altro aspetto del Joker sottolineato da Oswalt è il fatto che cambia sempre versione sul suo passato, quindi sulla sua identità a seconda dei personaggi con cui interagisce: "Con Gamble ed i suoi scagnozzi è un bambino vittima di abusi (perché immagina che anche loro siano il prodotto di abuso ed abbandono). Con Rachel, è un uomo che lamenta la perdita di un grande amore tragico - qualcosa per cui anche lei sta soffrendo".
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In effetti, l'idea che Joker abbia fatto parte dell'intelligence militare si concilia benissimo con il ritratto del personaggio fatto da Nolan e Ledger. Oswalt conclude la sua riflessione con queste parole: "Alla fine, cerca di sconvolgere la mente di un'intera città - e la città capisce il suo bluff. Oppure anche questo rientrava nel suo piano? Sembra precipitare verso la sua stessa morte, ridendo come un bambino. E quando viene salvato da Batman, l'unico individuo che non era riuscito a manipolare o spezzare, è beato e sollevato (e visivamente trasformato). Anche il linguaggio da lui usato nel dire addio a Batman - quando descrive il loro rapporto come una forza irresistibile che incontra un oggetto inamovibile - è il genere di cose che direbbe un interrogatore, mestamente, riguardo un interrogatorio infruttuoso".
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Sono molti i fan che hanno commentato approvando questa teoria su Facebook: voi cosa ne pensate?