La nota sceneggiatrice di Dylan Dog Paola Barbato ci ha spiazzato durante il nostro Ultrapop Festival, con una visione davvero interessante di come ha visto l'evoluzione del cinema horror italiano: le belle idee lo salveranno davvero?
Paola Barbato ha commentato sul nostro canale Twitch di Movieplayer che, secondo lei, il cinema horror nel tempo, in particolare quello italiano, è cambiato, adattandosi alle esigenze del pubblico e del mercato:
"Da un certo momento in poi, da un certo periodo nell'evoluzione umana, c'è sempre stata una necessità di allontanare ciò che era sgradito, ciò che era "diverso", alieno, ciò che non si capiva ed era estraneo alle nostre conoscenze. Così sono nati "i mostri"" - ha raccontato Barbato - "i mostri iconici dei primi anni del cinema horror, erano Dracula, la Mummia, il mostro di Frankenstein, il mostro della laguna, erano forze naturali "estranee" all'intelletto umano. Ma a furia di non capire gli altri, il "diverso, si è persa l'empatia e non si pensava che il mostro potesse essere anche "il vicino". Perché, per esempio, Dylan Dog ha preso piede? Perché era un personaggio reale, fragile, insicuro, pieno di dubbi, non era certo nemmeno di chi stesse dando la caccia."
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"Stessa cosa avviene nel cinema horror odierno" - ha continuato Barbato - "Ci si è sempre più spostati a individuare il mostro nel vicino, in quello che "salutava sempre", l'insospettabile, ricadendo tuttavia sempre più in una ripetitività monotona. In realtà basterebbe poco a far paura alle persone. Un'idea sarebbe puntare sulla quotidianità e la tecnologia: quando sta sera ti laverai i denti e dentro il bicchiere dove tieni lo spazzolino, ci trovi un dente, ti inquieterà, è un fatto "banale" che non rientra nell'ordinario. Sono fatti che non applicano per forza un "mostro", ma bastano per creare l'alone dell'orrore. Oppure perché non sviluppare un'idea su oggetti che usiamo tutti i giorni, come uno smartphone o un computer? Trovo pochissimi film che hanno affrontato il tema in maniera efficace. Molti film del passato sono stati di successo perché avevano il coraggio di mostrare l'inviolabile. Se oggi recuperi alcuni temi che anche loro avevano scartato, potresti salvare il cinema horror italiano."