Perché Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è la fine di un'epoca

Il lungometraggio diretto da Alfonso Cuarón rappresenta uno spartiacque tra vecchia e nuova generazione.

Daniel Radcliffe in una scena di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Tornerà questa sera su Italia 1 la saga cinematografica di Harry Potter, con il passaggio di consegne da Chris Columbus, regista di La pietra filosofale e La camera dei segreti, ad Alfonso Cuarón.
Il regista messicano e il suo Harry Potter e il prigioniero di Azkaban rappresentano però un netto cambio di registro: dopo gli esordi più spensierati si passa a una versione decisamente più oscura.

Il passaggio generazionale di Harry Potter

Alan Rickman è Piton, che protegge il trio da un inaspettato pericolo
Alan Rickman è Piton, che protegge il trio da un inaspettato pericolo

Il terzo film di Harry Potter è uscito al cinema nel 2004, in un'epoca particolarmente legata ad un cambiamento importante nella fruizione dei film nel formato home video.
Proprio il film di Cuarón è l'ultimo della saga di Harry Potter ad essere stato commercializzato anche in VHS, ormai preistoria per coloro che oggi considerano passati anche i DVD e si dedicano ogni giorno alla visione di film e serie tv sulle piattaforme streaming.

Il ritorno a Hogwarts e l'incontro con Sirius Black

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban riporta gli spettatori a Hogwarts per seguire le avventure di Harry, Hermione e Ron, interpretati da Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint.

Dopo aver sconfitto il Basilisco all'interno della Camera dei Segreti, Harry dovrà affrontare qualcosa di molto più oscuro nel terzo capitolo, in cui farà la conoscenza di Remus Lupin (David Thewlis), il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, e del padrino nonché amico di famiglia Sirius Black (Gary Oldman), recentemente fuggito dalla prigione di Azkaban e ricercato in tutto il mondo magico perché ritenuto un assassino.