Ralph Fiennes non si è limitato a incarnare Lord Voldemort con una recitazione gelida e magnetica: ha letteralmente preso in mano l'estetica del Male. Quando l'attore premio Oscar entrò nella saga durante Il calice di fuoco, portò con sé un'idea precisa e originale sulla bacchetta del suo personaggio. Non bastava che fosse pallida e scheletrica come un ramo secco: doveva muoversi come un'estensione del corpo di Voldemort, qualcosa di quasi vivo.
La bacchetta del Signore Oscuro: il segreto sibilante nascosto
"Con Stuart Craig, il production designer, abbiamo immaginato una bacchetta con un gancio all'estremità", ha raccontato Fiennes. "Così potevo agganciarla al dito, con la mano quasi aperta... sembra che debba cadere, e invece restava leggera. Mi piaceva quella sensazione." Un dettaglio tecnico, certo, ma che risuona con l'identità stessa del personaggio. L'interpretazione di Fiennes nei film di Harry Potter ha contribuito notevolmente al terrore suscitato da Voldemort: si muoveva con grande fluidità, come un serpente, e sorprendentemente, il design della sua bacchetta ne era la conseguenza.

Con un uncino all'estremità, Voldemort poteva muoversi più liberamente, come un serpente, e impugnarla in modo unico rispetto agli altri maghi nei film di Harry Potter. Pertanto, la bacchetta di Voldemort non solo si adattava al suo personaggio per la sua natura inquietante, ma aveva anche un certo livello di praticità, a seconda di come il Signore Oscuro voleva duellarci sopra. Un minuscolo dettaglio scenico, passato inosservato a molti, ma che riflette con precisione il progetto visivo e narrativo dei film, capaci di infilare significati nei gesti più piccoli.
La bacchetta di Voldemort non è solo un'arma, ma un simbolo. A renderla speciale è che, come il suo possessore, evolve, si trasforma e rivela molto più di quanto sembri. Se all'inizio condivideva il nucleo con quella di Harry - una piuma della stessa fenice - e per questo si rifiutava di obbedire del tutto, successivamente cambia padrone e forma, ma senza mai veramente servire il suo scopo.
Né quella di Lucius Malfoy né l'ambita Bacchetta di Sambuco gli garantiscono la vittoria, segno che l'ossessione per il controllo e la genealogia magica gli si ritorce contro. Come Tom Riddle è diventato Lord Voldemort smarrendo umanità ad ogni passo, così la sua bacchetta è divenuta uno specchio sottile della sua mutazione interiore.