"Nauseante". Così sintetizza Dave Bautista in merito alla situazione che ha portato James Gunn, il regista de i Guardiani della galassia, ad essere licenziato dal franchise della Marvel da parte della Disney per una serie di tweet politicamente scorretti su stupro e pedofilia, risalenti ad una decina di anni fa. Qualche settimana fa, l'intero cast dei Guardiani si era già espresso compatto in difesa di Gunn; oggi Bautista lo rimarca ulteriormente attraverso una dichiarazione personale al fulmicotone rilasciata ieri su Twitter, in cui sostiene come la serie senza Gunn non sarà più la stessa cosa.
"Continuerò a recitare in Guardiani della galassia perché sono legalmente obbligato. - scrive Dave Bautista - Ma senza Gunn nulla sarà come prima. Ed è anche piuttosto nauseante lavorare per qualcuno che ha legittimato una campagna di diffamazione da cybernazi fascisti. Questo è come mi sento (in questo momento ndr)". Le sue parole fanno il paio con quelle rimbalzate il giorno prima da Kurt Russell, il quale si è espresso a supporto di James Gunn, anche se con toni decisamente più pacati: "È triste. Ma fa parte del settore adesso e lo capisco. Ma credo che stiamo diventando un po' troppo sensibili sulle persone sbagliate. Bisogna capire che quando si è in quel mondo come comico, scrittore o altro, ci si estende sempre ai limiti per provare a trovare qualcosa che lo porti a qualcosa che il mondo ami, che è Guardiani della Galassia Vol. 2. Ha un grande cuore e una grande mente (riferito a Gunn ndr). Spero che venga perdonato".
In seguito al licenziamento, Gunn aveva cancellato i tweet incriminati, chiedendo scusa per quelle parole, ma tutto ciò non è bastato. La Disney, nonostate le proteste dei fan e l'appoggio di numerose celebrità di Hollywood non è, infatti, tornata su i suoi passi e ha definitivamente cancellato la presenza di James Gunn dai prossimi lavori inerenti non solo a Guardiani della galassia, ma anche la successiva fase della Marvel.
I problemi per Gunn erano iniziati per via di Mike Cernovich, commentatore dell'ultra destra americana, il quale aveva scovato e fatto emergere i vecchi post del regista all'interno di quella che sembra essere una vera e propria guerra politica che vede da un lato gli esponenti più estremi del partito Repubblicano e dall'altro gli esponenti più liberal degli Stati Uniti. Lo stesso Cernovich aveva ammesso candidamente come i liberali americani fossero riusciti a mettere in difficoltà numerosi esponenti della destra, Trump incluso, utilizzando come cavalli di Troia i loro tweet offensivi, ed era perciò giunto il momento di ripagarli con la stessa moneta.