Non solo supereroi al Comic-Con (anche se le star indiscusse di questa edizione sono stati proprio loro): a San Diego sono arrivati anche i due astronauti protagonisti di Gravity, il thriller sci-fi di Alfonso Cuaron che è stato scelto come film d'apertura della 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, che partirà a fine agosto. Gravity è un thriller ambientato nello spazio profondo. Nel film Sandra Bullock è la dottoressa Ryan Stone, ingegnere medico alla sua prima missione spaziale, guidata dall'astronauta veterano Matt Kowalsky (George Clooney), al suo ultimo volo prima del ritiro. Ma durante una passeggiata spaziale di routine, restano sorpresi da un incidente, dovuto ad una pioggia di detriti causata da un attacco missilistico.
La nave è distrutta, e i due astronauti restano completamente soli, legati a nulla se non l'uno all'altra, immersi nell'oscurità. L'assordante silenzio lascia intuire che hanno perso ogni contatto con la terra e ogni possibilità di salvezza. La sola via che resta è spingersi oltre, nel terrificante infinito dello spazio.
Proprio il silenzio in cui si svolge il disastro è il dettaglio che più ha colpito il pubblico del Comic-Con, che ha ascoltato la presentazione tenuta dal regista e dai due protagonisti, perchè se nel trailer si sente il fragore provocato dall'esplosione, nel film il tutto avverrà in un silenzio surreale e inquietante.
"Il vero villain del film" - ha spiegato Cuaron - "sono i detriti spaziali, che diventano una metafora per le avversità." Cuaron ha scritto la sceneggiatura del film insieme a suo figlio Jonas, con il quale hanno preso spunto dalle teorie esposte dalla Sindrome di Kessler - che ipotizza una pericolosa reazione a catena nel caso il volume di detriti nello spazio diventasse troppo elevato, e di conseguenza la collisione continua tra essi diventasse inevitabile, rendendo lo spazio troppo rischioso da navigare. "Lo spazio è lo scenario ideale per questa storia, perchè può rappresentare continuamente un pericolo, per gli esseri umani che si trovano ad esplorarlo" - ha aggiunto Jonas Cuaron - "non c'è ossigeno, non c'è pressione, la temperatura cambia continuamente."
Le riprese si sono rivelate "particolarmente intense" sia per Cuaron che la Bullock, che ha paura di volare e soffre di claustrofobia, e si è ritrovata a recitare in un cubicolo, per molte ore, praticamente da sola. E come se non bastasse, ha vissuto gli effetti dell'assenza di gravità entrando nella cosiddetta "cometa del vomito", ovvero un velivolo speciale che rende l'idea di un ambiente privo di gravità. L'attrice ha lavorato molto sul suo look, che ha definito "androgino": "Volevo che Ryan avesse il corpo di una donna che non vuole ricordare a sè stessa ciò che ha perso" - ha spiegato l'attrice, riferendosi ad un trauma del passato del suo personaggio - "volevo che fosse quasi un robot". Le ha fatto eco Cuaron affermando che Sandra ha offerto un'interpretazione molto coraggiosa e che "chi è abituato a vederla in commedie romantiche resterà decisamente sorpreso"
Che dire, a questo punto la curiosità nei confronti di questo film si fa davvero spaziale. Ancora poche settimane, e a Venezia scopriremo cosa succederà ai due protagonisti del film. I più pazienti invece dovranno aspettare il 3 ottobre per immergersi nel tragico silenzio del film di Cuaron (sperando che ci sia silenzio anche in sala, ma su questo non possiamo garantire nulla)