Giorgio Armani ha avuto come compagno Sergio Galeotti, il suo storico braccio destro. Ecco chi era l'uomo che è stato un punto fermo nella vita dello stilista italiano e che morì nel 1985, a 40 anni, per una grave forma di leucemia.
Giorgio Armani ha fatto il suo coming out nel 2000 sulle pagine dell'edizione americana di Vanity Fair dove raccontò per la prima volta il suo rapporto con l'architetto Sergio Galeotti. Lo stilista piacentino, nell'intervista che ebbe subito una risonanza mondiale, disse: "tutto quello che ho fatto nel lavoro l'ho fatto per Sergio. E Sergio ha fatto tutto per me". Armani, che durante l'emergenza sanitaria ha donato due milioni di euro per l'acquisto di attrezzature per gli ospedali in difficoltà, raccontò alla rivista americana che inizialmente il suo rapporto con Sergio era un po' come tra padre e figlio: "poi si è evoluto in qualcosa di differente. Amore è un termine troppo riduttivo. Era una grande complicità, nei confronti della vita e del resto del mondo". Con Galeotti, nel 1975, lo stilista fondò la Armani Spa.
Armani, amato da parecchie star di Hollywood tra cui Cate Blanchett e Leonardo DiCaprio, con Vanity Fair parlò anche del suo rapporto con le donne "Per fare questo lavoro bisogna avere la mente sgombra. Spesso non c'è il tempo di preoccuparsi per gli altri. E una donna necessita di molta attenzione. Specie a quei tempi: una fidanzata doveva essere corteggiata".
La storia d'amore tra Giorgio Armani e Sergio Galeotti si interruppe bruscamente quando l'uomo si ammalò nel 1984 e gli fu diagnosticata una "grave forma di leucemia fulminante", come si legge nel comunicato emesso dal portavoce della società. Sergio fu curato all'Istituto Pasteur di Parigi e a New York ma non ce la fece e morì nel 1985, ad appena quarant'anni. Sergio Galeotti fu sepolto nella sua città natale Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca. Da allora Giorgio Armani porta sempre una sua foto con sé. Il giorno dopo la morte di Galeotti, Giorgio Armani disse a Repubblica: "senza Sergio probabilmente non saremmo qui. Sin dall'inizio si è dimostrato un talent scout eccezionale. Di Sergio oltre all'immaginazione, alla grinta, al coraggio e alla fantasia, mi hanno sempre colpito la straordinaria pulizia interna, il rigore, l'onestà, il fascino e il rispetto per gli altri".