Lulù Selassiè, ex concorrente del Grande Fratello Vip 6, è stata recentemente rinviata a giudizio con l'accusa di stalking e minacce nei confronti di Manuel Bortuzzo, nuotatore conosciuto durante la sesta edizione del reality. La vicenda risale alla fine della loro relazione, conclusasi pochi mesi dopo la fine del programma.
Il legale di Lulù: "fraintendimenti e autocritica, ma nessuna colpevolezza"
L'ex fidanzata della medaglia di bronzo ai Giochi paralimpici Parigi 2024, ha scelto il rito abbreviato, ma la sua difesa, rappresentata dall'avvocato Niccolò Vecchioni, in un'intervista a Fanpage, ha spiegato che si tratta di un rito abbreviato condizionato, durante il quale potranno essere presentati documenti al giudice per chiarire meglio la situazione.
Secondo Vecchioni, alcune dichiarazioni rilasciate da Lulù durante l'interrogatorio di garanzia sono state fraintese. In particolare, è stato scritto che Lulù avrebbe ammesso la colpevolezza, ma il legale ha precisato che la sua cliente ha solo riconosciuto alcuni comportamenti errati che, col tempo, ha giudicato con autocritica, senza però mai ammettere di aver compiuto atti persecutori.
L'avvocato ha anche sottolineato l'importanza di non fare di questa vicenda un processo mediatico. "Il processo deve essere celebrato in aula e non sui media", ha affermato, esprimendo la sua preoccupazione per la diffusione di informazioni riservate che potrebbero danneggiare l'immagine di Lulù e dei suoi familiari. Per questo motivo, la difesa ha annunciato l'intenzione di querelare coloro che diffonderanno false informazioni.
L'episodio più eclatante riportato nell'ordinanza riguarda un presunto scontro avvenuto ad aprile, quando Lulù avrebbe seguito Manuel all'estero durante i mondiali di nuoto. Dopo il rifiuto del nuotatore di raggiungerla nella sua stanza d'hotel, Lulù avrebbe reagito con uno schiaffo. Niccolò Vecchioni ha dichiarato che su questi episodi la difesa risponderà in aula, sostenendo che ci sono stati contatti reciproci tra i due durante il periodo in cui Manuel sostiene si sia verificato lo stalking.
Secondo il legale, questi contatti dimostrano che Lulù non ha mai ricevuto un rifiuto netto e chiaro da parte di Manuel, il che ha alimentato i suoi tentativi di cercarlo. In merito alle accuse di stalking, Bortuzzo ha riferito che Lulù lo avrebbe cercato in più occasioni, chiamandolo, inviandogli messaggi e presentandosi anche in luoghi che lui frequentava, come ristoranti e parcheggi.
Tuttavia, secondo l'avvocato, Lulù non ha mai avuto l'intento di perseguitare Bortuzzo e non ha mai compreso che i suoi comportamenti potessero essere interpretati come molestie. Lulù, infatti, non immaginava che i suoi tentativi di riavvicinamento potessero essere percepiti come atti persecutori. Nel corso della vicenda, a Lulù è stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento, con l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico.
Niccolò Vecchioni ha commentato la decisione, dichiarando che la misura è sproporzionata, considerando che la sua cliente non ha mai avuto comportamenti pericolosi o violenti nei confronti di Manuel Bortuzzo. Ha anche sottolineato come la legge, in seguito alle recenti riforme, imponga l'obbligo di applicazione del braccialetto elettronico a chiunque sia indagato per stalking, una misura che, a suo avviso, non sarebbe giustificata nel caso specifico.